In merito ai numeri riportati dalla stampa circa la crescente diffusione di ospitalità ricettiva nella città di Ascoli, prevalentemente strutturata nella formula "bed and breakfast", le scriventi organizzazioni sindacali degli inquilini e della proprietà immobiliare, già autoconvocate per il rinnovo degli accordi territoriali, intendono proporre alcune riflessioni.
Fermo restando l'indiscusso beneficio economico e turistico, è necessario sottolineare come attività di questo tipo abbiano altrettanti effetti, purtroppo negativi, sulla disponibilità di alloggi alla locazione. Il rischio è che il centro storico ascolano diventi sempre più inaccessibile per la residenzialità, come già avvenuto in molte altre città la cui vocazione turistica è più consolidata e che prima di noi hanno sperimentato le conseguente della deregolamentazione del settore.
La distribuzione dell'offerta ricettiva su tutto il territorio e al di fuori delle strutture ricettive professionali è infatti particolarmente adatta, e riteniamo positiva, a borghi e insediamenti urbani ormai abbandonati, dal momento che incentivano la manutenzione e la riqualificazione di patrimonio edilizio altrimenti inutilizzato; la stessa cosa però non può dirsi per città che ambiscano a mantenere, o addirittura accrescere, un tessuto urbano fatto di residenzialità, lavoro, comunità. Un conto, quindi, è ridare vita a una frazione disabitata; un altro sottrarre alloggi a un centro urbano, che ne avrebbe bisogno per i lavoratori che lì vi svolgono la propria attività, per mero sfruttamento turistico.
Questo avrebbe infatti ricadute negative non solo sulla qualità della vita dei cittadini ma anche su tutti i sistemi dei servizi pubblici, a partire dalla viabilità.
Occorre considerare infatti che tutta la provincia, ma in particolare la città di Ascoli, hanno dovuto negli ultimi anni fare i conti con la compressione dell'offerta dovuta agli eventi legati al terremoto 2016 e alle sue conseguenze; se aggiungiamo la pressione esercitata dall'università, e poi ancora quella turistica crescente, è facile notare come questi fattori determino una notevole compressione dell'offerta e un innalzamento dei canoni di locazione che rende inaccessibili gli appartamenti a famiglie di reddito basso e medio.
Le
organizzazioni scriventi ritengono che la priorità per questo
territorio debba essere quella di non perdere, anzi accrescere, i
residenti in città. La proliferazione di appartamenti dedicati
all'affitto turistico spinge nella direzione opposta; si ritiene
pertanto debba essere opportunamente contenuto e regolato, in modo da
non generare quella concorrenza tra residenti e turisti che nel tempo
porta i secondi a sostituire i primi. Rinnoviamo la nostra
disponibilità al confronto con l'amministrazione locale e regionale
per discutere eventuali possibilità d'intervento.
In rappresentanza della proprietà immobiliare:
ASPPI - CLAUDIO MANNOCCHI
CONFEDILIZIA - CIARALLI FLAVIO EMANUELE
UPPI - BERTOLINI ROBERTO
CONFABITARE - GAGLIARDI RICCARDO
Per i sindacati degli inquilini:
SICET - ANTONIO ANGELINI
SUNIA - ANGELO LANCIANESE
UNIAT - ANDREA CATALANI
UNIONE INQUILINI - DANIELE PRIMAVERA