Castelli: «Opera strategica, ci sono 2,8 miliardi per la rivitalizzazione viaria del cratere».
Il rilancio del ponte sulla strada Ancaranese compie i primi decisi passi. A tal proposito, nella giornata di oggi lunedì 20 novembre, si è svolto un tavolo tecnico che ha visto un confronto tra gli attori principali impegnati sul fronte di questa importante opera infrastrutturale: le due Province di Ascoli e Teramo, che hanno competenza sul manufatto collocato al confine tra Marche e Abruzzo, i Comuni di Ascoli e Ancarano, la Struttura commissariale che si occupa della ricostruzione post sisma e l’Ufficio Speciale Ricostruzione Marche, nel ruolo di soggetto attuatore.
«Si è trattato di una riunione costruttiva perché il ponte sull’Ancaranese è una struttura vitale non solo per il territorio di riferimento, ma perché rappresenta un elemento strategico anche del piano di rivitalizzazione viaria del cratere sismico -spiega il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli -. Si tratta di un grande piano che mira a riattivare l’Appennino centrale colpito dal sisma attraverso il miglioramento dei collegamenti; ci sono 2,8 miliardi rispetto ai quali abbiamo già ottenuto finanziamenti per 1,2 miliardi, che sono già stati oggetto di affidamenti e progettazioni».
«La rete in oggetto - continua Castelli - va da Fabriano ad Ascoli lungo la famosa “pedemontana”, da Ascoli poi si dipana verso L’Aquila, col passaggio proprio sul ponte sull’Ancaranese, verso Amatrice tramite la Salaria e verso Spoleto, quindi il Tirreno, attraverso il valico di Forca Canapine. Lo stanziamento che abbiamo voluto assegnare all’Ancaranese nasceva proprio dalla rilevanza di questa infrastruttura che, ribadisco, risulta decisiva anche a livello nazionale».
Sul piatto, quindi, oltre ad un fondo totale di circa 11 milioni, ci sono diverse ipotesi progettuali. Una di quelle al vaglio prevede la demolizione dei due manufatti che compongono il ponte, quello in muratura e quello in cemento armato, e la ricostruzione di un'unica infrastruttura. Il tutto senza però interrompere il traffico veicolare in una zona così sensibile per il Piceno e la Val Vibrata; ragion per cui la circolazione verrà garantita grazie al passaggio dei mezzi sul ponte in cemento armato, che sarà oggetto di adeguamento e monitoraggio costante prima di essere a sua volta demolito.
Le parti impegnate si ritroveranno a breve per fare il punto, tracciare le coordinate e pianificare con tempestività un’opera di riqualificazione molto attesa. Il ponte, sotto al quale scorre il fiume Tronto, segna infatti anche il confine tra Ascoli e Ancarano e, sebbene si trovi (in parte) in territorio ascolano, è parte integrante di un altro comune piceno, quello di Castel di Lama.