Lezione di chiusura del corso di Marketing del Dipartimento di Management con Paolo Iabichino, uno dei pionieri della comunicazione sociale

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Lezione di chiusura del corso di Marketing del Dipartimento di Management con Paolo Iabichino, uno dei pionieri della comunicazione sociale

Ancona - “Oggi non puoi essere socialmente responsabili se non metti responsabilità di impresa in tutte le funzioni aziendali”. Può essere questo il sottotitolo della lectio magistralis di Paolo Iabichino che si è tenuta ieri mattina al Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche, lezione di chiusura del corso di Strategia per i mercati internazionali del prof. Silvio Cardinali. Iabichino, fondatore dell’Osservatorio Civic Brands con Ipsos Italia, è uno dei pionieri della comunicazione sociale, autore di importanti campagne di comunicazione per, ad esempio, Altromercato, Emergency, Fca e Ferrero. Nel corso dell’incontro di Villarey ha dialogato con gli studenti – in presenza e collegati da remoto – per illustrare il fare marketing contemporaneo che, per essere incisivo, deve incontrare la sensibilità di nuove generazioni che hanno fatto saltare lo schema del consumo. Oggi la fiducia, le ricadute che ha l’attività aziendale sono immagine e fanno la differenza.


“Abbiamo voluto farci raccontare da Iabichino – ha spiegato Cardinali - non tanto il passato della sua carriera ma quello che ci aspetta per il futuro per concludere questo corso offrendo agli studenti tante riflessioni. Come comunicatori, per coesistere con questa rivoluzione, ci viene chiesto di cambiare e di adottare maggiore responsabilità”. Dalla comunicazione su internet, all’immagine delle aziende, alla consapevolezza che “oggi la palla è nel campo dei consumatori” ha spiegato Iabichino.


“Questo è un tempo che non ha più molti punti di riferimenti – ha aggiunto – alcune certezze che avevamo sono state scardinate e le attività di comunicazione si possono fare in maniera nuova. Si può fare pubblicità in maniera nuova per “risarcire” in qualche maniera alcune storture che avevamo creato. Da qualche anno a questa parte si registra una comunicazione più attenta ai valori e a quello che viene generato sul territorio, sulle comunità. Questo può essere fatto da tutte le imprese, dalle più piccole alle più grandi, per tutti i tipi di prodotto, in tutti i tipi di media. È un buon momento per ripensare il mestiere e spero di essere riuscito a dare qualche spunto per poter ricodificare questa professione, non tanto la parte creativa quanto la modalità progettuale con cui si concepiscono le strategie per affrontare il mercato”.