Buon Ferragosto all'insegna dell'inclusione: è la storia che ce lo ricorda

Buon Ferragosto all'insegna dell'inclusione: è la storia che ce lo ricorda

Il cofanetto d'avorio intarsiato in ambra scoperto a Belmonte Piceno è la testimonianza di come il Popolo dei Piceni fosse accogliente e inclusivo.

Oggi vogliamo augurarvi il miglior Ferragosto possibile nel segno dell'inclusione.

Una riflessione va fatta al termine di queste Olimpiadi di Parigi con la nazionale di volley femminile che entra nella storia dello sport con la conquista della medaglia d'oro.

Eppure, nonostante questo risultato, per alcuni questa circostanza deve essere a tutti i costi macchiata da considerazioni prive di solidarietà, di cultura, suggerite solo dalla paura di non essere all'altezza dei cambiamenti.

Cosa sta accadendo alla nostra società?

Se una campionessa come Paola Egonu, che porta l'Italia sulla vetta del mondo sportivo, deve ascoltare certe parole anche da parte di politici, e soprattutto di giornalisti, che per dovere deontologico debbono informare con correttezza, è necessario porsi delle domande cruciali. E prima che voi stessi cari lettori possiate rispondere vogliamo fornire a noi stessi e a voi tutti alcuni strumenti forniti dalla storia, in questo caso suffragati da scoperte archeologiche.

Parliamo allora di esempi in casa nostra, nelle Marche, terra del Popolo dei Piceni presente fin dall'VIII secolo a. C. nella nostra regione, quando Roma non esisteva affatto (la fondazione di Roma è stata fissata al 21 aprile dell'anno 753 a.C.). I Piceni erano tra i popoli chiamati Italici: è da loro che deriva il nome Italia. Ebbene possiamo dimostrare con certezza che i nostri antenati erano popolazioni accoglienti, inclusive, dedite a rapporti commerciali che diventavano interazioni culturali e umane.

A Belmonte Piceno, Comune del Fermano, Joachim Weidig, archeologo dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Friburgo, nel 2019 ha scoperto un cofanetto di avorio di particolare bellezza, intarsiato in ambra con figure del mito greco. Sul coperchio sono intarsiate 4 sfingi con ali e teste umane. E' evidente che a realizzare quest'opera non era un piceno ma con tutta probabilità un artista greco che era giunto in quel territorio dove era stato accolto dalla comunità locale e li aveva potuto lavorare e creare questo oggetto di particolare pregio. E' una testimonianza della capacità d'inclusione che avevano i nostri antenati. Inclusione che significava crescita culturale ed economica.
Oggi abbiamo disimparato dunque tutto questo bagaglio di conoscenza, di saggezza, di visione del futuro?