Cia Agricoltori provinciale: «Annata negativa per l’agricoltura, male anche l’olivicoltura»

Cia Agricoltori provinciale: «Annata negativa per l’agricoltura, male anche l’olivicoltura»

ASCOLI PICENO -  La produzione di olio rischia di registrare un calo dal 50 al 100 per cento. E’ quanto stima la Cia Agricoltori provinciale che parla di una stagione agricola, quella del 2023, come una delle peggiori per il nostro territorio. In particolare per quanto riguarda l’olivo il caldo di maggio e giugno ha determinato un’importante cascola, ovvero caduta a terra, dei frutti di olive che non si sono quindi evoluti in olive mature. A peggiorare la situazione c’è stato l’attacco della mosca, iniziato a fine luglio, con una perdita di prodotto tra il 40 e il 50 per cento.

 

La Cia Agricoltori punta il dito anche sui cambiamenti climatici, come spiega il presidente provinciale Matteo Carboni: «Gli effetti del clima, oltre agli ingenti danni causati nel settori della cerealicoltura e viticoltura, hanno manifestato i loro effetti negativi anche nell’olivicoltura».

 

«Questo a causa degli inverni con temperature sempre più miti seguiti da gelate primaverili tardive – aggiunge il presidente Carboni - inoltre quest'anno si sono registrate piogge frequenti ed intense che hanno inciso negativamente sia sulla fioritura e sia sull'impollinazione. Tutto questo seguito da un'estate con temperature molto elevate, oltre i 30 gradi, e grandinate che hanno determinato un ulteriore calo della produzione. A causa di tutto ciò si stima, ad inizio raccolta, un calo rispetto alla scorsa stagione, già caratterizzata da scarsa produzione, di circa il 50% con punte molto vicine al 100%».

 

«Quest’anno a causa della scarsa impollinazione e del freddo riscontrato subito dopo Pasqua, registriamo delle scarse quantità di olive. Inoltre le temperature ancora calde di questo periodo provocano una maturazione molto precoce e quindi i frutti cadono a terra – spiega Marino Castelli dell’azienda agricola Sapori di Cupra – Sicuramente la produzione registra un calo che oscilla dal 50 all’80 per cento, perché dipende anche dalle varietà di olive. Al momento registriamo una buona qualità. Per quanto riguarda i prezzi è ancora presto pronunciarsi, ma sicuramente ci sarà un aumento».