Grande adesione allo sciopero di oggi, proclamato da Cgil e Uil e grande
partecipazione alla manifestazione regionale organizzata a Fabriano con oltre 4500 persone che hanno partecipato al corteo tra le vie della città. Dai
primi dati di alcune delle principali aziende ed enti locali, emerge
che ha scioperato all’Azienda ospedaliera regionale 20%, Ast di Pesaro
50% mentre nella sanità pesarese la media dello sciopero è del 70% con
punte del 90% nel blocco operatorio. E ancora: alla Ifi il 65%, alla
Poltrona Frau il 75%, alla Clabo il 65%., alla Compagnia portuale il
65%. E poi alla Beko ha scioperato il 60%, Crn il 92%, al Gruppo
Ariston l’80%, all’Alluflon il 92%, allo Chef Express, a Le Machine
Celibi il 100% e a Serenissima Ristorazione il 75%. Alla Carnj Coop il
30% e alla Itm (Manifattura tabacchi) il 40%.
Dichiara Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche: “Le
preoccupazioni per la tenuta del sistema industriale che avevamo
registrato nelle assemblee si sono rivelate realtà: la grande adesione
allo sciopero di oggi è al conferma. Il Governo, se vuole, può cambiare
questa manovra. I lavoratori, oggi, hanno dato la loro risposta: la
partecipazione alla manifestazione rende sempre più concreta l’esigenza
di far fronte al problema del carovita e del calo costante del potere di
acquisto delle famiglie. Anche la Regione può avere il suo ruolo nel
sostenere la lotta alla povertà crescente nelle Marche e una politica
industriale mirata”.
“Malgrado la narrazione dei tanti che decretano l’agonia del sindacato,
presunti cali di adesioni – è il commento di Claudia Mazzucchelli,
segretaria generale della Uil Marche - la partecipazione di questa
mattina ci conferma quanto già registriamo nelle assemblee sindacali e
nelle elezioni RSU nelle aziende. I lavoratori hanno voglia di
partecipare. Lo hanno dimostrato questa mattina e lo dimostrano ogni
volta che è necessario difendere il lavoro e i diritti. Questa è la
conferma del riconoscimento dell’utilità del sindacato che si
contrappone all’emorragia di consensi e di credibilità della politica
testimoniata dal preoccupante astensionismo che viene certificato a ogni
consultazione elettorale. Noi continueremo a non essere indifferenti e a
batterci contro le disuguaglianze sociali ed economiche che anche in
questa regione stanno crescendo in maniera insostenibile”.
Le ragioni dello sciopero sono legate
alle scelte del Governo e dunque per cambiare la manovra di bilancio,
aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi
pubblici, per investire nelle politiche industriali.
L’emergenza
salariale riguarda anche gli oltre 15.000 dipendenti pubblici delle
Marche: nel triennio 2022/23/24 si è registrata un’inflazione del
16,5% vale a dire una perdita di potere di acquisto delle
retribuzioni pari ad oltre due stipendi l’anno; pensare
di rinnovare i contratti pubblici con risorse che coprono circa un
terzo di tale perdita (le somme attualmente stanziate ammontano al
5,78%) significa imporre un sacrificio economico rilevante. Fp
e Flc continuano a rimanere nei tavoli di confronto in Aran (Agenzia
per la contrattazione del pubblico impiego) ma chiedono al Governo,
di aumentare gli stanziamenti per un adeguato rinnovo dei contratti
pubblici, come già avvenuto nei precedenti rinnovi in cui
addirittura le risorse stanziate sono state superiori all’andamento
inflattivo. Giudichiamo
negativamente il contenuto del CCNL dello Stato chiuso al 5,78% :
insufficienti le risorse per gli stipendi e per la contrattazione
integrativa, per questo motivo Fp Cgil e Uil PA questo accordo che
non può e non deve divenire il punto di riferimento per gli altri
rinnovi (Sanità, Scuola, Autonomie Locali). Cancellare
i tagli contenuti nella legge di bilancio che prevedono la riduzione
del 25% del Turn over del personale tecnico amministrativo. Una
soluzione c’è: anticipare al 2024 le risorse che il Governo ha già
stanziato per i futuri rinnovi.