I giovani atleti del Centobuchi Bridge 'volano' verso i campionati europei

I giovani atleti del Centobuchi Bridge 'volano' verso i campionati europei

La storia del Centobuchi Bridge, seppur nella sua semplicità, merita di essere raccontata affinchè anche la comunità intorno ad essa possa riconoscerne il valore. Questa associazione, fondata nel 2017 da Vincenzo Cucco, Claudio Gasparretti, Nicola Falasca Zamponi e Daniele Bernardi, ha rapidamente guadagnato un posto importante nel panorama bridgistico italiano ottenendo ottimi risultati in varie competizioni.

L'associazione ha visto in poco tempo una crescita esponenziale, in gran parte grazie al progetto BAS (Bridge a scuola) che l’istruttore Vincenzo e i suoi collaboratori portano avanti ormai da anni nelle scuole di Monteprandone e Martinsicuro. Questo ha permesso a molti ragazzi di avvicinarsi al bridge gratuitamente e di continuare a studiarlo a livello agonistico nell’associazione.

A distanza di pochi anni alcuni atleti, selezionati dai tecnici federali per meriti sportivi, sono pronti a competere a livello europeo: Felicetti Luigi, Tchumbu Didie Lorenz, Giansante Eleonora si accingono a partecipare ai Campionati Europei di bridge che si svolgeranno nel mese di settembre..

Partecipare ad una gara di tale importanza è un onore per ogni giocatore di bridge, ma per i ragazzi del Centobuchi Bridge è anche la prova che il duro lavoro e la dedizione possono portare a grandi risultati.

Conosciamo meglio da vicino i nostri protagonisti attraverso il racconto del loro rapporto con il bridge.

Giansante Eleonora, 14 anni, di Martinsicuro: “Mi sono avvicinata al bridge molto piccola grazie ad un progetto scolastico nell’I.C. Martinsicuro. Inizialmente io e i miei compagni avevamo un po' sottovalutato questo sport ma in poco tempo invece ci siamo ricreduti e, una volta entrati nel meccanismo del gioco, ci siamo divertiti tantissimo. Il bridge mi ha donato molto e custodisco con tenerezza il ricordo di una “me stessa” piccola che scopre per la prima volta quella che ormai per me è la base. Il bridge non è un gioco “di “ carte come tanti altri ma è un gioco “con” le carte: mi mette sempre di fronte ad una sfida contro me stessa per trovare il modo migliore di esprimermi, mi dà la possibilità di stare con gli altri in un modo differente coltivando i valori del rispetto e del fair play.

Affronterò le gare dei prossimi campionati Europei con un misto di sensazioni: sarebbe semplice dire che sarò felicissima ed emozionatissima ma sicuramente subentrerà anche l’apprensione di trovarmi di fronte a situazioni “bridgistiche” difficili da gestire. Quello che più mi entusiasma è il fatto di confrontarmi con coetanei di altre Nazioni e creare nuove conoscenze interessanti.

Io credo nella mia passione e nella mia squadra, quindi sono sicura di poter ottenere ottimi risultati.

Ciò che porterò sempre a mente è la prima regola del bridge, ossia che “è sempre colpa del compagno!” Ovviamente scherzo! L’insegnamento più importante è avere rispetto tanto del compagno quanto dell’avversario. Diversamente da altri sport il bridge permette di creare una forte empatia con il compagno ma nello stesso tempo ti mette faccia a faccia con chi stai sfidando.

Chi gioca a bridge acquisisce un modo di ragionare fuori dagli schemi, più ampio e preciso, per questo io consiglio a tutti i ragazzi di provare. Mentre tutti i bambini sanno correre dietro un pallone, pochi sanno ragionare su una mano di bridge, sanno rispettare gli avversari, sanno riflettere e concentrarsi. Per questo chi gioca a bridge ha una marcia in più!”



Felicetti Luigi, 13 anni, di Monteprandone; “io mi sono avvicinato al bridge con un progetto scolastico in terza elementare: facevamo lezione ogni giovedì e dopo poco tempo ho deciso di unirmi all’associazione perché mi ha subito appassionato il fatto di mettermi di fronte a delle difficoltà logiche da affrontare. Poi nell’associazione ho trovato dei compagni meravigliosi ed una squadra unita.

Io affronterò le gare degli europei con la curiosità di conoscere gli avversari e il loro modo di licitare e muovere le carte ma soprattutto cercando di gestire l’ansia se e quando ci saranno incomprensioni di gioco con la mia compagna.

L’insegnamento che cercherò di rispettare sempre è quello del fair play nei confronti di compagni, avversari, arbitri, istruttore. Ovviamente sempre tenendo presente che “la colpa è sempre del compagno!”

Il bridge ti insegna ad affidarti al compagno ma nello stesso tempo anche a sostenerlo perché essendo un gioco mentale migliora la concentrazione e la gestione delle emozioni.”


Didie Lorenz Tchumbu, per tutti Dodi, 14 anni, di Martinsicuro: “Io sono il più “giovane” tra loro se consideriamo che ho iniziato solo 2 anni fa tramite un pon scolastico che, oltre ad introdurmi nel mondo del bridge, mi ha permesso di ampliare anche il significato di sport. Di solito infatti si associa lo sport ad una prestazione fisica, invece il bridge, oltre ad essere divertente, mi ha permesso di crescere a livello mentale. Io sono una persona molto ambiziosa e questo aspetto così razionale del bridge mi ha affascinato. Mi sento di essere cresciuto molto in poco tempo grazie all’istruttore Vincenzo che ci ha sempre supportati e ci ha fatto partecipare a vari tornei.

Affronterò gli europei con determinazione ed entusiasmo perché è un’esperienza che non capita tutti i giorni e cercherò di crescere e migliorare sempre di più. Sicuramente punterò a vincere perché sono sicuro che l’istruttore ci ha insegnato il modo giusto di ragionare per valutare una mano in modo preciso e sostenere una licita grintosa.

L’insegnamento più importante, e che a parer mio è anche il più difficile da rispettare, è “fidati sempre del compagno”. Per un ragazzo autonomo come me è veramente difficile affidarmi ad un’ altra persona ma per fortuna questo si riallaccia al fatto che se si perde “è sempre colpa del compagno!” .

Posso riassumere tutto ciò che il bridge mi ha dato in un'unica parola: disciplina, che vuol dire non solo conoscere le regole ma comprenderle e farle proprie. Ecco perché i valori che si apprendono a bridge servono anche nella vita”.


L’istruttore Vincenzo Cucco è orgoglioso dei suoi atleti: “sono ragazzi riflessivi, motivati, curiosi. Ognuno di loro ha la possibilità di vincere, grazie ad una solida strategia di gioco messa in atto durante gli allenamenti. Questo non è un punto di arrivo ma è un punto di partenza e bisogna mantenere il livello alto”, afferma con convinzione.

Il percorso di questi giovani atleti che, partendo dal progetto BAS nelle scuole di Martinsicuro e Monteprandone, sono arrivati a rappresentare il loro Paese in una competizione europea, è un esempio di come il bridge possa diventare uno strumento di crescita personale e di formazione per i giovani.

La dirigente scolastica dell’ I.C. S.Pertini di Martinsicuro, prof.ssa Barbara Rastelli, ha fortemente voluto il progetto nel suo istituto. Si complimenta con gli alunni e augura loro un brillante proseguimento del percorso sportivo.

A supportare i nostri ragazzi con la loro presenza “istituzionale” anche gli assessori Christian Ficcadenti e Marco Ciabattoni del comune di Monteprandone e Pinuccia Camaioni insieme a Luciano Giansante del comune di Martinsicuro.

Camaioni, sicura del fatto che i ragazzi rappresenteranno al meglio il loro paese di provenienza, augura loro un grande in bocca al lupo per questa esperienza di alto livello mentre Giansante mette in evidenza l’importanza della collaborazione tra i territori al confine tra Marche e Abruzzo “anche grazie alla realizzazione fisica di un ponte ciclopedonale per unire al massimo le due sponde in un dialogo costruttivo in un’ottica di dimensione Europea”, aggiunge.

Gli assessori Ficcadenti e Ciabattoni assicurano il loro tifo per il Centobuchi Bridge e ringraziano i ragazzi di portare avanti con onore la passione per uno sport poco diffuso in Italia affinchè possa ispirare anche altri giovani perché “ i valori che si acquisiscono praticando uno sport mentale sono formativi per tutta la vita”, concludono.

L’augurio per questi atleti è di arricchirsi di un' esperienza unica, imparare dal confronto con coetanei di altre nazioni e affrontare la gara con determinazione.

La storia del Centobuchi Bridge continua, e con essa, la speranza di un futuro luminoso per questi talentuosi giovani.