Convegno nazionale sui Longobardi, un comitato scientifico che crea una rete culturale pronta ad esportare il centro Italia a livello internazionale

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Convegno nazionale sui Longobardi, un comitato scientifico che crea una rete culturale pronta ad esportare il centro Italia a livello internazionale

Ascoli - Il convegno si propone, a 30 anni dalle manifestazioni del Centenario del rinvenimento della celebre necropoli di Castel Trosino (1993-95) e dal precedente convegno su «L’Italia centro-settentrionale in età longobarda», curato dalla compianta Lidia Paroli, di fare un aggiornato punto sulla presenza dei Longobardi nell’area del ducato di Spoleto fra Marche ed Umbria, alla luce delle più recenti ricerche archeologiche ed indagini territoriali, oltre che di ampi confronti con il mondo longobardo nell’intera Italia centro-settentrionale, in parallelo con la mostra tenutasi a Grosseto fra 2021 e 2021 su «I Longobardi e la nascita della Toscana», ed in stretto collegamento con l’altro convegno «Longobardi: cultura, società, potere, economia», che si terrà sempre a Grosseto nei giorni 26-27 maggio 2023, nell’ambito di un più ampio programma 2023 di iniziative sui Longobardi nell’intera Italia centrale.

Punto centrale della manifestazione è la presentazione alla comunità ascolana ed al mondo scientifico nazionale dei risultati delle ricerche che, partendo dagli studi di Lidia Paroli, restituiscono oggi un panorama in cui i Longobardi stanziati a Castel Trosino ed in altri siti dell’area giungono nel Piceno verso il 590 non per devastare l’antica Asculum e sottometterne il territorio, ma quali mercenari al servizio del potere imperiale bizantino, del quale assicureranno il controllo della cittò sin verso il 620-630, stanziandosi infine in città e rivestendo infine un ruolo importante nel governo del territorio ormai entrato definitivamente a far parte del ducato longobardo di Spoleto.
"Perché la scelta di insediarsi a Castel Trosino - si domanda Andrea Staffa, che insieme al prof. Paolo Delogu coordina il convegno - perché da quella rocca potevano controllare direttamente l'acquedotto romano nevralgico per Asculum. Fedeli quindi all'Impero Bizantino che poi è costretto a lasciare il territorio piceno perché i Bizantini avevano un problema cruciale in casa: l'esercito persiano alle porte di Costantinopoli. I Longobardi saranno fermi difensori dell'intera vallata fino alla costa. Della condizione ideale che godeva il territorio è nel fatto - precisa Andrea Staffa -  che dalle fonti citate e relative a quanto descriveva il Papa Gregorio Magno, mentre dagli altri territori (Ducati di Spoleto e Benevento) si verificava una migrazione verso Roma per uccisioni, violenze e altro, dal Piceno non c'era alcun arrivo". 

Molte le novità emerse dagli studi presentati che danno un'immagine complessiva del periodo storico partendo dalle differenziazioni che emergono dalle necropoli di Castel Trosino e Nocera Umbra, per verificare poi i rapporti con la chiesa e i suoi  Papi con il Ducato di Spoleto e poi la città stato di Asculum. C'è tanto materiale che approfondiremo in seguito.

Presenti all'inaugurazione il Soprintendente di Marche Sud Giovanni Issini, il Direttore regionale dei Musei delle Marche Luigi Gallo, Francesca M. Anzelmo per il Museo delle Civiltà, Luca Agresti – Assessore alla Cultura del Comune di Grosseto , Danilo Chiodetti - Presidente dell’Associazione Italia Langobardorum, nonché Assessore alla Cultura del comune di Spoleto, Andrea Santolini - Componente del consiglio direttivo e delegato dell’ Associazione Longobardia – Longobardways across Europe,  Direzione Regionale Musei del Friuli – Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli.

Comitato Scientifico: Francesca M. Anzelmo, Paul Arthur, Angela Borzacconi, Gian Pietro Brogiolo, Carlo Citter, Paolo Delogu, Caterina Giostra, Marco Ricci, Andrea R. Staffa, Chiara Valdambrini.