Come UDU - Unione degli Universitari, ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca in Italia, Gulliver UDU Ancona, UDU Urbino, Officina Universitaria, ADI Macerata e Rete degli Studenti Medi Marche chiediamo al Presidente della Regione Francesco Acquaroli un immediato passo indietro sul via libera all’apertura nelle Marche di Corsi di Laurea da parte della Link Campus University.
Non possiamo che ribadire la nostra ferma contrarietà all’apertura di questi corsi, che, in nome di presunti vantaggi, rischia di consegnare la nostra istruzione a un ateneo che si muove nel nome del profitto e a discapito della qualità della formazione, come la Link Campus University. Università già nota per numerosi scandali tra cui inchieste sugli “esami facili”,che hanno coinvolto 71 persone per associazione a delinquere e falso, e l’indagine per falsi progetti di ricerca finalizzati a ottenere finanziamenti.
Le ragioni dell’apertura, addotte nelle dichiarazioni di Carloni e Saltamartini, risultano miopi di fronte alla complessità del fenomeno delle iscrizioni al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria. Secondo il deputato, grazie alla Link Campus University, le studentesse e gli studenti marchigiani non saranno più costretti ad abbandonare il proprio territorio per studiare medicina, tralasciando tuttavia il dettaglio delle inaccessibili rette da 20.000 euro, completamente fuori dalla portata della maggior parte delle famiglie. Non solo, il fatto che molte e molti si ritrovino a studiare fuori regione dipende principalmente dalla struttura stessa del test d’accesso, basato su una graduatoria nazionale, motivo per il quale la Facoltà di Medicina presenta anche un numero elevato di studentesse e studenti fuori sede.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di rendere i corsi già presenti sul territorio sempre più attrattivi, migliorando la qualità della didattica, e in grado di accogliere sempre più studentesse e studenti, non appoggiarsi su atenei for profit che intendono capitalizzare sulle carenze del nostro sistema universitario, mettendo in seria difficoltà il nostro modello di istruzione pubblica, come evidenziato anche dai Rettori dei quattro Atenei marchigiani. Non solo, se la volontà è quella di favorire il rientro delle e dei laureati, si deve agire sull’attrattività dei posti di lavoro nelle Marche, non nel formare studentesse e studenti che, ritrovandosi senza prospettive, comunque saranno costretti a spostarsi.
L’apertura di questi corsi viene infine motivata dalla necessità di compensare la mancanza di personale sanitario. Non è sicuramente tramite la stabilizzazione sul territorio di corsi di laurea con rette esorbitanti che si riuscirà a colmare le falle del Sistema Sanitario Nazionale, bensì tramite investimenti strutturali e mirati sia sul comparto sanitario che su quello universitario.