Il Direttore Generale del Dipartimento del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte censura certi comportamenti. Non si salva nessuno: Organo d'indirizzo, Presidente fecente funzioni, Segretario generale e Collegio dei Revisori dei Conti.
Ascoli - Ora inizia lo “schiaffo del soldato” in Fondazione Carisap. Ma proprio un gioco non è l'arrivo della lettera con richiesta di informazioni alla Fondazione da parte del Mef, sottoscritta dal Direttore Generale del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte.
Non si salva nessuno: sotto schiaffo Organo d'indirizzo, Presidente facente funzioni, Segretario generale e Collegio dei Revisori dei Conti.
Una richiesta di informazioni dal tagliente linguaggio burocratico. Roba da andarsi a nascondere.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è il rinvio a data da destinarsi di un'assemblea straordinaria fissata per lo scorso 23 ottobre. Una manifestazione strisciante di brama di potere messa in atto da coloro che nell'Organo d'indirizzo hanno organizzato un vero e proprio “assalto alla diligenza” con arroganza, si quella del potere appunto, di un potere però che pensavano di avere e ora s'infrange contro un muro di competenza, quella del Direttore Generale del Tesoro del quale vale la penna leggere il curriculum.
Per coloro che si sono fatti gioco del valore rappresentato dai soci dell'Assemblea, in quanto organo statuariamente previsto che“è depositaria delle origini e della storia della Fondazione" che "dà voce alla rappresentanza storica degli interessi...”, ora arrivano le “lezioni”:
“Una siffatta richiesta non sia corrispondente ai poteri previsti dalla legge per l'Organo di Indirizzo, il quale, nel rispetto delle proprie competenze e dei poteri e funzioni assegnati ai vari Organi, è chiamato, insieme agli altri, a garantire flussi informativi trasparenti e collaborativi tra tutti gli Organi della Fondazione”, scrive il Direttore del Tesoro.
Poi il recupero d'immagine e di ruolo del Presidente Mario Tassi e, chiede il Tesoro, “di chiarire le ragioni per le quali l'Organo di Indirizzo, nell'accettare le dimissioni presentate dalla quasi la totalità del Consiglio di Amministrazione (Organo composto dal Presidente e da sei consiglieri ex art. 27, co.l, dello Statuto) abbia convenuto su diversi momenti di efficacia delle dimissioni presentate, trattando in modo differente la posizione del Presidente. Quest'ultimo è a tutti gli effetti componente dell'Organo Amministrativo e il Consiglio di amministrazione, ai sensi del 3° comma dell'art. 27, "resta in carica fino all'insediamento del successivo".
Per il Segretario generale: “di trasmettere tutti i verbali, in forma integrale, dell'Organo di Indirizzo e del Consiglio di Amministrazione, afferenti alla questione in esame, debitamente approvati e sottoscritti, considerato che a tutt'oggi questa Autorità di vigilanza è in possesso di bozze ed estratti non sottoscritti”.
“Si richiama, infine, l'attenzione di tutti gli Organi dell'Ente evidenziando che l'assetto organizzativo delle Fondazioni previsto dalla legge ha la finalità di garantire il corretto bilanciamento dei poteri e cioè attuare un modello organizzativo in cui gli organi di indirizzo e di gestione concorrano a formare la volontà dell'Ente nella sua unicità attraverso, però, processi decisionali costruttivi, completi e trasparenti.
La lettera conclude: “Si fa presente che spettano al Collegio dei Revisori oltre al controllo legale dei conti, il controllo di legittimità e la vigilanza sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo, contabile e sul suo concreto funzionamento.
In particolare, il controllo di legittimità attiene al rispetto formale e sostanziale della normativa applicabile alle Fondazioni che impone la verifica della conformità degli atti e delle deliberazioni degli Organi alla legge; la funzione di raccordo impone al Collegio di rendere edotta l'Autorità di vigilanza, ai sensi dell'art. 10 del d. lgs. 153/99, qualora ne ricorressero i presupposti per non impedire alla stessa di potere fare tempestivamente autonome e indipendenti valutazioni.
In questo sistema chiaramente delineato dalla legge, si invita il Collegio dei Revisori, posto a vigilanza della legge e dello statuto, a rappresentare un presidio di garanzia sulla corretta governance dell'Ente, a tutela tanto della compagine sociale quanto degli interessi connessi all'attività istituzionale e a svolgere anche la funzione di raccordo con l'Autorità di vigilanza.
Occorre sottolineare che in questa lettera il Dipartimento del Tesoro non ha ancora preso in considerazione la lettera inviata da alcuni componenti l'Organo d'indirizzo circa presunte incompatibilità o ineleggibilità inviata a Roma lo scorso 25 ottobre.
Come al solito potete leggere il documento originale del Dipartimento del Tesoro scaricandola dal link in fondo all'articolo.