Il Consiglio di presidenza dell’Unione delle Province Marchigiane incontrerà gli aspiranti Presidenti di Regione per calare sul territorio il dibattito in corso a livello nazionale sulla riorganizzazione delle funzioni degli Enti provinciali. I Presidenti ed i Segretari delle cinque Province, riuniti il 28 luglio, hanno affrontato anche i nodi dei tagli per il contributo alla finanza pubblica, l’Iva sui consumi energetici delle scuole e i tagli alle risorse per le manutenzioni stradali.
ANCONA, 30 LUGLIO 2025 – Nuovo ruolo delle Province ed incontro con i candidati Presidenti alla Regione Marche per discutere della riorganizzazione delle funzioni amministrative tra i due Enti, riforma strutturale dell’autonomia finanziaria degli organi provinciali. Ancora: taglio dei costi di affitto per le sedi degli uffici scolastici, contrasto alla cancellazione dell’Iva agevolata sull’energia elettrica consumata nelle scuole di proprietà delle Province e proroga delle scadenze per l’affidamento lavori per la manutenzione delle strade per evitare la revoca delle risorse. Sono questi i punti principali discussi e approvati durante l’ultimo Consiglio di presidenza dell’Unione delle Province Marchigiane, riunitosi nella sede di corso Garibaldi, 78, lo scorso 28 luglio.
La seduta si è aperta sulla discussione relativa alla Riforma delle Province, tema al centro del dibattito tra Upi nazionale e Governo. «Il Ddl “Pirovano” di riforma della legge 56 del 2014, la Delrio, è fermo in Parlamento – ha introdotto il presidente dell’Upi, Giuseppe Paolini –. Lo stallo è dovuto anche alle diverse posizioni in campo tra la modifica della Delrio o del Testo unico degli enti locali. Davanti a questa impasse – ha proseguito – l’Upi nazionale ha avviato una campagna di sensibilizzazione per valutare la possibilità di intervenire sulle leggi regionali. Il dibattito è acceso a livello nazionale anche sul ritorno all’elezione diretta degli organi provinciali e l’allineamento delle scadenze dei mandati tra Presidenti e consigli provinciali». In questo contesto si inserisce la richiesta del Consiglio di Presidenza di incontrare i candidati a Governatore della Regione Marche. «Il 3 settembre ci confronteremo con i candidati per capire quali sono le diverse ipotesi in materia di riorganizzazione delle funzioni amministrative in capo ai due Enti», ha comunicato Paolini.
Sul tavolo anche la spinosa questione dell’autonomia finanziaria. «Nel caso specifico delle Province marchigiane il prelievo dello Stato per il pagamento del contributo degli Enti Locali alla finanza pubblica è di 37,5 milioni ai quali si aggiungono, per il 2025, 2,5 milioni di spending rieview – ha illustrato la direttrice Valeria Ciattaglia –. Nel 2025 quindi le Province marchigiane restituiscono allo Stato, tramite prelievi sulle uniche entrate tributarie proprie e sui contributi correnti per la manutenzione delle scuole, 40 milioni». A questo si aggiungono i tagli, al momento non ancora del tutto sventati, alle risorse per la sicurezza e la manutenzione stradale, annunciati a maggio scorso. «I fondi per la viabilità sono stati reintegrati con un decreto legge cui dovrà seguire un decreto ministeriale di attuazione – ha spiegato il presidente dell’Upi –. Sarà necessario il rispetto di scadenze estremamente stringenti pena la revoca dei fondi, per questo come Upi abbiamo presentato gli emendamenti per chiederne la proroga».
Quella delle risorse è una mannaia. A fronte di trasferimenti sempre più risicati e continui tagli, le uscite per le Province sono sempre più consistenti. Rischia di diventare un vero e proprio salasso la cancellazione delle agevolazioni Iva sull’energia elettrica consumata dalle scuole, costi che gravano sulle Province. Il passaggio dal 10 al 22% costerebbe in media 120mila euro con un picco per la Provincia di Ancona di 180mila euro di maggiori oneri. E non basta. A pesare sulle finanze delle Province anche i costi degli affitti per le sedi degli Uffici scolastici regionale e provinciali. Volendo fare qualche calcolo, si parla per la sede di via XXV aprile ad Ancona dell’Ufficio scolastico regionale di 99.548 euro per l’anno 2024, ripartiti tra le cinque Province in base al numero degli alunni nei vari territori. A questo si aggiungono i costi per i singoli Uffici provinciali sostenuti da ogni Ente quantificabili in media in circa 20mila euro all’anno. In totale circa 40mila euro all’anno a Provincia per sedi in cui sono ubicati dipendenti del Ministero. «Abbiamo scritto al Governo come Upi Marche per modificare la normativa senza ottenere risposta – ha ripreso Paolini – e nel frattempo ognuno di noi come Presidente di Provincia ha avviato trattative per il trasferimento degli uffici in sedi meno costose o di proprietà delle Province stesse per abbattere i costi».
Appare chiaro quanto l’autonomia finanziaria delle Province sia continuamente minata da ripetuti prelievi di risorse, hanno concluso tutti i presidenti delle Province. Serve una riforma strutturale: il sistema attuale lascia le Province con grandi difficoltà di bilancio e senza risorse sufficienti per esercitare le proprie funzioni fondamentali. Come Unione delle Province, i Presidenti chiedono dunque una compartecipazione ai tributi dello Stato come l’Irpef,
l’istituzione di un tributo proprio per le Province con margini di manovrabilità; una compartecipazione di un euro sull’imposta di imbarco su porti ed aeroporti. «L’obiettivo è quello di garantire equità, sostenibilità e continuità amministrativa ai territori, per poter esercitare le proprie funzioni e rispondere ai bisogni delle comunità locali», hanno affermato congiuntamente i cinque Presidenti.