Il direttore sociosanitario cicero ha presentato il modello piceno. L’evento si è svolto a Perugia e ha visto a confronto le Marche con l’Umbria.
‘Lo
sviluppo delle cure primarie e dell’integrazione sociosanitaria
nelle aree interne: Regione Umbria e Regione Marche a confronto’:
questo il titolo dell’evento promosso da Federsanità
Anci Umbria e Federsanità nazionale che si è svolto a Perugia e al
quale è stata invitata a partecipare l’Azienda sanitaria
territoriale di Ascoli Piceno. In rappresentanza dell’Ast è intervenuta,
illustrando il progetto ‘Aree interne Piceno’ che coinvolge 17
comuni dell’entroterra, il direttore sociosanitario Sonia Cicero.
L’efficienza
allocativa di risorse professionali e di strutture tecnologiche e
digitali (telemedicina) e la sinergica collaborazione tra aziende
sanitarie e amministrazioni locali, sono determinanti nello sviluppo
delle cure primarie e della presa in carico del paziente in un’ottica
‘One health’ e di effettiva risposta al fabbisogno complessivo
sanitario e sociosanitario del cittadino. Nella provincia di Ascoli
questo processo è già iniziato nel 2014 sviluppando gradualmente,
nel tempo, un’assistenza sanitaria capillare ed efficace, anche
grazie allo sviluppo della telemedicina/telerefertazione nei 17
comuni dell’entroterra che, per dislocazione geografica, ‘soffrono’
maggiormente la distanza dai due presidi ospedalieri. Ulteriore
slancio al progetto è ora previsto nei comuni di Arquata e Comunanza
dove, con i fondi Pnrr, il centro diurno per pazienti psichiatrici di
Comunanza sarà dotato di fisiatra, psicologo, fisioterapista,
educatore professionale e Oss, e dove verrà acquistato un taxi
sanitario. Mentre entro il 2026 saranno realizzate la Casa della
comunità a Acquasanta, Offida e Comunanza e in quest’ultimo comune
verrà anche effettuato l’adeguamento sismico dell’attuale
poliambulatorio.
“Il territorio di competenza dell’Ast di Ascoli – dice la dottoressa Cicero – ha una caratterizzazione demografica con un’incidenza degli over 65 che nel 2023 era del 26,6%, dunque leggermente più alta rispetto alla media nazionale e della regione Marche. I 17 comuni interessati insieme all’Azienda sanitaria hanno promosso e sviluppato il progetto ‘Aree interne Piceno’ che coinvolge, complessivamente, il 13% della popolazione provinciale totale. Dal 2014 al 2023 è stata registrata una riduzione di circa un migliaio di abitanti in queste aree e, dunque, le criticità emerse sono legate, sia all’invecchiamento della popolazione, sia al rischio di spopolamento di questi territori. Tra il 2015 e il 2016 l’alleanza tra gli enti locali e l’Azienda sanitaria ha portato alla costruzione di un sistema importante di servizi disseminati in tutti e 17 i comuni che ha permesso la presenza integrata della medicina di base affiancata dall’infermiere di comunità, della pediatria e dei servizi sociali. E’ nato il Centro ‘Assieme’, dove ‘Assieme’ è l’acronimo di assistenza sociosanitaria integrata per l’evoluzione e il miglioramento dell’erogazione dei servizi delle cure primarie, simbolo della ricostruzione post sisma e del rafforzamento della collaborazione tra i sindaci, l’Ast e i medici di medicina generale. All’interno della struttura sono ospitati, infatti, i medici di base, il pediatra, diversi specialisti, l’infermiere di comunità e l’assistente sociale. Si è trattato di un investimento importante per l’integrazione multidisciplinare e istituzionale. Dopo il Covid queste alleanze si sono rafforzate ulteriormente e l’Ast, con uno sforzo di non poco conto, è riuscita a garantire la presenza di almeno un medico di medicina generale in ciascuno dei 17 comuni”.
Nel corso dell’intervento a Perugia della dottoressa Cicero è stato proiettato un contributo filmato con il quale è stata portata la testimonianza di chi eroga in prima persona l’assistenza sanitaria di base nelle aree interne picene e di chi, invece, ne beneficia. Con il video si è data voce, oltre che a una paziente, a uno dei medici di medicina generale, Andrea Ciucci, e all’infermiere di comunità, Alessio Pagnotta, entrambi in servizio nella Casa di comunità di Acquasanta dove si è sviluppato un efficiente modello di telemedicina/telerefertazione.