Il presidente: se poi si riparte da zero il Comune non venga in via Gramsci ma manifesti contro se stesso sotto il Municipio.
PESARO
- «Il Comune di Petriano dice di non volere la discarica a Riceci.
Bene: la Provincia ha bocciato la discarica a Riceci con la conferenza
dei servizi. Il Comune di Petriano ha fatto ricorso al Tar contro la
Provincia e non lo ritira. Se accolto, la conferenza dei servizi può
essere azzerata e si riparte da capo. Questi sono i fatti».
Giuseppe Paolini
torna sul caso Riceci dopo le dichiarazioni del sindaco di Petriano.
Osservando: «Dicono che si sentono tutelati dal nuovo Piano regionale
dei rifiuti perché fisserebbe una distanza di 1500 metri? Attenzione: a
parte che la scuola è a 1355 metri, quindi con una lieve riduzione del
perimetro l’impianto non sarebbe ostacolato. Ma evidentemente per
parlare così devono essere molto tranquilli, anche se si balla su pochi
metri e con una riduzione delle distanze in corso di approvazione da
parte delle Regione, nonostante la Provincia abbia chiesto il
mantenimento dei 2000 metri».
Non solo: «Sappiamo tutti benissimo che un
conto è avere una conferenza dei servizi che mette una pietra tombale
sopra il progetto. E un conto è non averla e ripartire da zero,
considerato che ancora il vincolo della Regione non c’è. Tra l’altro, si
azzererebbe lo stesso no che il Comune di Petriano ha espresso nella
conferenza dei servizi conclusiva. Quindi il Comune di Petriano va
contro se stesso». Inoltre, «mancando un pronunciamento in merito del
Tar, a causa dell’insensato accanimento del Comune contro gli atti
endoprocedimentali della Provincia, non si formerebbe nemmeno una
conferma giudiziale sull’effettiva valenza ostativa dei vincoli rispetto
alla discarica. Ma visto che la Provincia, a quanto sostiene il
sindaco, è confusa e invece loro sanno tutto, l’amministrazione comunale
saprà anche che se grazie al loro ricorso il risultato della conferenza
dei servizi dovesse essere azzerato, la prossima volta non dovranno
protestare sotto la Provincia che ha bocciato il progetto ma contro se
stessi. Sotto il loro Comune. Per avere riaperto tutto con un ricorso da
loro stessi surrealmente definito “un’arma a difesa di Riceci”».