“Essere di provincia è una grande virtù perché per
arrivare dove vogliamo dobbiamo correre più forte degli altri, ma non
dobbiamo essere provinciali. Le Marche meritano di essere protagoniste,
conosciute e rispettate in Europa.”
Queste le parole di Matteo Ricci,
europarlamentare PD e candidato alla presidenza della regione Marche, in
occasione del suo discorso a Fabriano, seconda tappa del tour in
bicicletta “Ricucire le Marche”, partito da Cantiano con l’obiettivo di
attraversare l’entroterra marchigiano ascoltando territori, cittadini e
problemi lasciati irrisolti.
Una serata intensa,
davanti a oltre cento persone, insieme al sindaco di Fabriano Daniela
Ghergo, alla segretaria regionale del PD Chantal Bomprezzi e che ha
visto la visita anche del sindaco di Gualdo Tadino, nonché presidente
della provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti. Il bike tour, ha
detto Ricci, nasce per un motivo preciso: “Andare in bicicletta è
faticoso, proprio come vivere nelle aree interne. Ma è anche bellissimo,
come i panorami che abbiamo attraversato oggi. Eppure, la bellezza non
basta quando mancano i servizi, il lavoro, la sanità.”
Da
Fabriano Ricci ha scelto di parlare della crisi industriale che
attraversa il cuore produttivo della regione. “Per decenni questa città è
stata un simbolo dell’industria marchigiana. Oggi invece è un esempio
delle incertezze che colpiscono i nostri lavoratori. Sono stato
personalmente a Istanbul a incontrare i vertici della Beko. Qualche
risultato lo abbiamo ottenuto: gli esuberi sono stati ridotti. Ma non
possiamo essere soddisfatti: taglieranno comunque oltre 200 posti di
lavoro. Ringrazio i sindacati, con cui abbiamo condiviso ogni passo. Non
capisco però chi dal governo regionale e nazionale esulta, non c’è
niente da festeggiare quando a rischio rimangono centinaia di famiglie.
Ora bisogna vigilare e pretendere il rispetto dei piani industriali
promessi.”
Il discorso si è allargato poi al
contesto nazionale e internazionale, dove Ricci ha lanciato un duro atto
d’accusa contro il sovranismo e le sue conseguenze economiche. “La
precarietà che viviamo oggi è anche frutto della cultura politica di chi
voleva allontanarci dall’Europa, flirtava con Putin e Trump, e ora si
trova senza soluzioni. Trump dice che tutti andranno da lui in ginocchio
a chiedere sconti. Meloni non pensi che si possa uscire da questa crisi
globale con uno sconticino per l’Italia. Il mondo è sull’orlo di una
recessione, lo vediamo con il crollo delle borse e la guerra commerciale
con la Cina. E intanto chi si arricchisce? Gli speculatori. Non è il
centrodestra liberale che abbiamo conosciuto con Berlusconi: questa è
una destra muscolare e affarista, che guarda solo ai rapporti di forza.”

Sul
piano regionale, per Ricci, l’attuale governo guidato da Francesco
Acquaroli è assente, inefficace, scollegato dai bisogni reali delle
persone. “Dicono di aver governato bene, ma i marchigiani non hanno
questa percezione. I dati economici e sociali raccontano un’altra
verità. In sanità, per esempio, la Regione, in un solo anno, ha speso 34
milioni per far curare i marchigiani fuori regione. E quest’anno sono
previsti altri cinque milioni in più. Come si fa a ignorare questi
numeri? Emblematico anche il dato che racconta come, nelle Marche, un
cittadino su dieci rinuncia a curarsi perché non trova risposte né nel
pubblico né nel privato. E Acquaroli, invece di agire, dice che la colpa
è di chi c’era vent’anni fa. Ma così finiamo col dare la colpa a
Garibaldi. Dopo due anni di governo, non si può più usare il passato
come scusa.”
Il cuore del progetto di Ricci sta nel
rilancio dell’entroterra. A Camerino, Comunanza e Arquata del Tronto,
le prossime tappe, parlerà di ricostruzione post sisma e futuro. Ma già
da Fabriano ha presentato alcune proposte. Sostegno economico a fondo
perduto per le giovani coppie che decidono di comprare casa nelle aree
interne, trasporto scolastico gratuito, incentivi per mantenere aperte
le scuole nei piccoli comuni, asili nido gratuiti per aiutare chi vuole
rimanere. “Sono misure già attuate in Emilia-Romagna e Friuli Venezia
Giulia. E noi possiamo farlo qui, partendo da una scelta chiara:
eliminare sprechi inutili come i 12 milioni di euro spesi per l’ATIM, un
ente turistico senza una vera strategia.”
“Faremo
le Marche con una metodologia nuova, fondata sulla cultura del governo,
non della sottomissione - dice Ricci - È finita la stagione del
vassallaggio degli amministratori regionali che vanno a Roma a
ringraziare il governo per nulla. Noi non metteremo mai il partito
davanti ai marchigiani - aggiunge - Bonaccini e Zaia, uno di sinistra e
l’altro di destra, hanno difeso la loro terra indipendente dal colore
politico del governo nazionale. Questo dobbiamo fare anche noi.”
Ricci
poi ha ricordato di come, da europarlamentare, ogni volta che va a
Bruxelles deve “spiegare dove sono le Marche” ricordando come “Acquaroli
dice che non comunica perché ha altro da fare. Anche se ora che si
avvicinano le elezioni hanno iniziato a mandarlo in tv. Ma intanto il
problema resta: abbiamo un problema di immagine, di forza, di identità.”
“Vorranno
farci votare poco dopo l’estate, sperando che la gente sia distratta.
Ma noi no, noi ci saremo - afferma il candidato presidente - Porteranno
tutor e badanti politici perché da soli non ce la fanno. Ma noi
risponderemo con l’amore per la nostra terra, con la voglia di pensare
in grande. Le Marche hanno bisogno di un nuovo slancio, e noi saremo
pronti a restituirglielo.”
Da Fabriano, il
messaggio è chiaro: serve una nuova classe dirigente, una nuova visione e
un progetto concreto. Le gambe pedalano, ma le idee corrono. E per
Matteo Ricci: “le Marche devono tornare ad avere la dignità che la loro
storia merita. Dobbiamo restituire la giusta ambizione ad una grande
regione!”