Chiesa di Santa Maria del Carmine: segnaliamo la condizione di totale disfacimento del pregevole affresco che copre la calotta dell’abside

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Chiesa di Santa Maria del Carmine: segnaliamo la condizione di totale disfacimento del pregevole affresco che copre la calotta dell’abside

Italia Nostra: Ancora una volta riteniamo di dedicare la nostra attenzione alle condizioni di degrado in cui versa la pregevole Chiesa di Santa Maria del Carmine notevole esempio di Architettura Barocca nella nostra città.

In verità tutta la Chiesa meriterebbe un’attenta opera di restauro e recupero. Ma , per il momento, ci preme segnalare la condizione di vero e proprio totale disfacimento del pregevole affresco che copre la calotta dell’abside della chiesa. Infatti le probabili continue infiltrazioni di acqua stanno determinando la completa scomparsa dell’ affresco realizzato dall’artista fiammingo Francesco De Legnis alla fine del 1600. L’ affresco rappresenta, o per meglio dire rappresentava , in maniera grandiosa e spettacolare l’inferno, il purgatorio e il paradiso, partendo dalla parte bassa dove la potente figura dell’arcangelo Michele spinge nel mondo delle tenebre i condannati alla pena eterna , alla parte mediana dove sono raffigurati i personaggi che anelano, dopo aver scontato la pena loro inflitta, a raggiungere il paradiso, che viene rappresentato nello splendore della, luce che promana dalle figure luminose del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo circondati dalla corte degli Angeli e dei Santi

Un’opera importante che ormai sta letteralmente scomparendo.

Prima che ciò accada bisogna assolutamente intervenire per eliminare le infiltrazioni d’acqua che provengono da qualche tegola rovinata del tetto sovrastante.

Non riteniamo che questa riparazione comporti un impegno economico stratosferico. D’altra parte, se il Comune proprietario della chiesa non disponesse di risorse per effettuare le riparazioni, da noi sollecitate ripetutamente, riteniamo che si debba rivolgere un caldo appello a qualche imprenditore della città ( e ce ne sono parecchi sensibili e generosi) o alla Fondazione Carisap perché intervengano con loro risorse evitando così la scomparsa definitiva di un’opera d’arte tanto pregevole, oppure, magari, coinvolgendo in questa nobile iniziativa tutta la comunità, avviando un raccolta fondi.

La nostra segnalazione riguarda peraltro anche le condizione in cui versano i contigui locali del Convento dei Carmelitani ora indicati come Caserma Vecchi . Come è noto è in corso un intervento in questi locali per realizzare un housing sociale, operazione certamente meritevole con cui si cerca di contribuire a ridare vitalità al centro storico in progressiva perdita di ruolo e di abitanti, e un polo educativo di eccellenza. In questo caso vogliamo sperare che , nelle effettuare questo recupero e restauro utilizzando i generosi fondi del PNRR, si tenti di salvare e restaurare gli affreschi ancora presenti sulle lunette dell’antico chiostro ora coperti da una compatta ed impenetrabile nera fuliggine , che non consente di scorgere un solo angolo della probabile primitiva bellezza dell’opera realizzata forse dallo stesso artista fiammingo autore del pregevole affresco presente nella calotta dell’abside della Chiesa.

E’ evidente che conservare queste testimonianze di civiltà contribuirebbe anche a valorizzare non tanto i locali, destinati alla nobile funzione di housing sociale, quanto ad esaltare il valore di quelli destinati ad ospitare il “polo educativo di eccellenza”.

Vorremmo sperare che, questa volta la nostra segnalazione non rimanga una lettera morta, così come è successo per le altre già inviate , e che finalmente si faccia tutto quanto è possibile per evitare che avvenga l’irreparabile.

Siamo certi comunque che la Soprintendenza vigilerà con la consueta attenta determinazione perché si eviti che i danni da noi temuti si concretizzino completamente e che un'altra testimonianza di civiltà della nostra città scompaia definitivamente.

Ad ogni buono conto , a dimostrazione della complessa spettacolare complessità dell’ affresco dell’artista fiammingo si allegano due foto realizzate quando gli affreschi erano ancora abbastanza leggibili. Purtroppo nel frattempo la situazione è diventata sempre più critica e se non si interviene con prontezza dell’opera del De Legnis potremo avere solo un’ inutile sbiadito ricordo , mentre al suo posto, sulla calotta dell’abside, potremo ammirare un asettico anonimo intonaco senza significato.

Ancora una volta ci chiediamo e chiediamo : è giusto e corretto che ciò accada?.


Il Presidente della Sezione di Ascoli Piceno

Prof. Gaetano Rinaldi