Istat: Quanto sono poveri i poveri? L’intensità della povertà in Italia

Istat: Quanto sono poveri i poveri? L’intensità della povertà in Italia

La povertà è una faccenda complessa. C’è la povertà relativa, che è essenzialmente un indicatore di disuguaglianza perché si verifica quando il livello dei consumi di una famiglia è pari o al di sotto di una determinata soglia.  Infatti, viene definita povera una famiglia di due componenti che ha una spesa per consumi pari o inferiore alla spesa media per consumi pro-capite che è unica a livello nazionale, ma la soglia cambia di anno in anno dal momento che cambia la spesa media dei consumi pro-capite.

Poi c’è la povertà assoluta che rappresenta una condizione più oggettiva perché vi rientra chi non è in grado di acquistare un insieme minimo di beni e servizi considerati essenziali per uno standard di vita accettabile. In questo caso siamo di fronte a tantissime soglie che possono essere calcolate per ciascuna famiglia in base al numero e all’età dei componenti, alla regione di residenza e all’ ampiezza del comune di residenza.  Anche in questo caso le diverse soglie cambiano di anno in anno poiché il paniere di riferimento, che è stato valorizzato nel 2022, viene aggiornato annualmente.

E poi c’è una terza misura che ci aiuta a capire le condizioni di chi è in difficoltà: l’intensità della povertà. Ovvero quanto sono poveri i poveri. Ed è un valore che ci dice, in termini percentuali, quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia mediamente al di sotto della linea di povertà. Questo indicatore si può calcolare sia per la povertà relativa sia per quella assoluta. Guardando l’indicatore riusciamo a capire la gravità della povertà, poiché più si è distanti dalla soglia, minore è la spesa a nostra disposizione per l’acquisto di beni e servizi essenziali.

E allora, quanto sono poveri i poveri in Italia? Guardando alla povertà assoluta, a livello nazionale la spesa delle famiglie povere lo scorso anno – il 2024- è stata mediamente del 18,4% al di sotto della linea di povertà, senza grandi cambiamenti rispetto all’anno precedente, quando la percentuale era del 18,2%. Ma a livello territoriale le cose cambiano: mentre Nord-ovest, Nord-est e Centro mantengono nel 2024 valori simili all’anno precedente, il valore del Mezzogiorno passa dal 17,8% del 2023 al 18,5% del 2024. Quindi l’intensità della povertà registra un incremento sostanziale. A questo dato occorre aggiungere, dai dati di composizione, che circa 4 famiglie su 10 in povertà assoluta risiedono nel Mezzogiorno.

L’intensità si può calcolare anche per tipologie specifiche di famiglie: ad esempio nelle famiglie in povertà assoluta dove sono presenti minori l’intensità è pari al 21%; per le famiglie dove sono presenti stranieri è pari a 21,4%; nelle famiglie di soli stranieri è pari a 21,7%, mentre in quelle di soli italiani è pari al 16,9%.


Oltre 5,7 milioni di individui in povertà assoluta in Italia nel 2024

Nel 2024, si stimano poco più di 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta; l’incidenza, pari all’8,4% sul totale delle famiglie residenti, risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2023. Gli individui in povertà assoluta sono oltre 5,7 milioni (9,8% del totale dei residenti), in linea con le stime dell’anno precedente (per le variazioni statisticamente significative si veda il Prospetto 1 della Nota metodologica).  L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge  oltre 886mila famiglie, 10,5%), seguita dal Nord-ovest (595mila famiglie, 8,1%) e dal Nord-est (quasi 395mila famiglie, 7,6%), mentre il Centro conferma i valori più bassi (349mila famiglie, 6,5%). D’altra parte, tra le famiglie assolutamente povere, il 39,8% risiede nel Mezzogiorno (38,7% nel 2023) e il 44,5% al Nord (45% nel 2023); il restante 15,7% risiede nel Centro (16,2% nel 2023). La povertà assoluta è stabile anche a livello individuale con l’unica eccezione delle Isole dove si registra un significativo aumento, arrivando al 13,4% dall’11,9% del 2023. La stabilità dell’incidenza di povertà assoluta si osserva per tutte le fasce di età: fra i minori si conferma al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi) – il valore più elevato della serie storica dal 2014 – e fra i giovani di 18-34 anni all’11,7% (pari a circa 1 milione 153mila individui); per i 35-64enni si mantiene invariata al 9,5%, anch’esso valore massimo raggiunto dalla serie storica, e fra gli over 65 al 6,4%  (oltre 918mila persone). L’intensità della povertà assoluta, che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia mediamente al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”), si conferma stabile a livello nazionale (18,4%), nel Nord (18,5%, con valori pari al 19,1% nel Nord-ovest e 17,6% nel Nord-est) e nel Centro (18,0%), mentre nel Mezzogiorno si segnala un incremento: le stime salgono al 18,5% dal 17,8% del 2023.  Nei comuni piccoli (fino a 50mila abitanti) non periferici delle aree metropolitane l’incidenza di povertà assoluta è più elevata (8,9%); seguono i comuni sopra i 50mila abitanti e i periferici delle aree metropolitane) (8,0%) e, infine, i comuni centro di area metropolitana (7,8%). Tuttavia, nel Mezzogiorno e al Nord sono i comuni centro di area metropolitana a registrare i valori più elevati (rispettivamente 12,5% e 8,2%), mentre al Centro l’incidenza più elevata è quella nei comuni più piccoli non periferici delle aree metropolitane (7,9%).