Il timore dei dipendenti è che presto si possa assistere ad un totale affidamento della struttura ad una gestione privata, con conseguente dirottamento dei dipendenti in altri servizi e presidi ospedalieri.
Il giorno 7 agosto 2024 alle ore 14,00, presso la RSA di Ripatransone si è svolta l’assemblea sindacale URGENTE dei lavori del comparto in servizio presso la medesima struttura.
Gli argomenti che hanno indotto la richiesta dell’assemblea sono stati i seguenti:
- Carenza di personale
- Clima lavorativo
Dall’incontro, che ha visto una nutrita partecipazione dei dipendenti, è emerso che dei 6 infermieri previsti in turno ad oggi ve ne sono presenti 4, più altre figure “itineranti”, come personale interinale a chiamata e altri infermieri a part time che sarebbero in realtà assegnati agli ambulatori. Grave la situazione dovuta anche a una lunga malattia e al nuovo incarico di coordinamento di una collega avvenuto a febbraio scorso e mai sostituita. L’utilizzo dell’infermiere dell’ambulatorio per coprire i turni in RSA crea non pochi problemi all’attività ambulatoriale stessa, con prestazioni annullate o rinviate e conseguente lamentele da parte degli utenti.
Grave anche la situazione degli OSS che in una struttura con queste caratteristiche, assume una criticità di assoluta rilevanza. Ad oggi contiamo solo 11 OSS in ruolo, quando il fabbisogno richiederebbe numeri ben più alti che però vengono coperti con figure “di passaggio”, anche in questo caso, “itineranti” che a nulla giova sull’integrazione del gruppo, sulla continuità assistenziale e sulla capacità organizzativa di turni e struttura. Questa condizione vede lavorare l’OSS spesso da solo in turno (vedi turno notturno) o in numero dispari nei turni diurni, configurandone difficoltà organizzative e assistenziali.
La conseguenza di tutto ciò si traduce in riposi saltati, ferie negate (con alti residui di ferie non goduti), doppie notti e turni di lavoro irregolari che non conciliano con l’organizzazione della vita e impegni privati, per non parlare di carichi di lavoro elevati e sbilanciati. Il personale fuori turno salta molto spesso il secondo riposo, con accumulo di ore che non riesce a smaltire. Le tabelle dei minuti assistenziali a cui fa riferimento la Dirigenza, vedono un rispetto dei parametri ma solo in termini di valori minimi e spesso si va anche al di sotto. Mentre invece i RUG, che tengono conto della qualità dell’assistenza, vedono decisamente sottostimato il numero di personale assegnato alla struttura.
Altro fenomeno che contestano i dipendenti è che, mentre il personale in forze a Ripatransone in situazioni di difficoltà di altri reparti di altre strutture è stato spostato per dar loro supporto, la stessa cosa non si è verificata finora a loro supporto.
Gli ospiti, per una capacità massima di 32 p.l., hanno una percentuale di allettamento del 65/70%, molti di loro hanno gravi patologie che richiedono cure particolari, più approfondite, sono portatori di SNG, CV, CVP, hanno bisogno di medicazioni ad elevata complessità, nutrizioni NPT, alcuni anche dipendenti da autorespiratori. Di sovente vengono ricoverati in struttura pazienti non stabilizzati, con patologie acute ancora in corso. L’assistenza medica è scarsa e talvolta inesistente. Difficilissimo relazionarsi con i MDMG.
Quindi altra importante conseguenza è che gli ospiti della struttura, che lo ricordiamo pagano una retta mensile, ricevono cure insufficienti, con conseguenti malumori dei familiari che purtroppo, spesso nell’ultimo periodo, sono sfociati in vere e proprie aggressioni verbali nei confronti del personale in servizio, stremato. Ne consegue, come può essere immaginabile, un clima lavorativo pesante, ad elevato stress, demotivazione e demoralizzazione per una situazione che dura così da mesi, in peggioramento continuo.
L’assenza di un impianto centralizzato di condizionamento mette ulteriormente a dura prova degenti e assistenti in questi periodi dell’anno con le temperature che di giorno, anche in un paese collinare come Ripatransone, raggiunge livelli elevati.
Tutto quanto sopra esposto rende la struttura poco appetibile ai nuovi assunti che dopo pochi giorni di lavoro chiedono il trasferimento. Spesso, per evitare il fenomeno, vengono fatte loro promesse o agevolazioni che irrigidiscono ancora di più il clima interno.
L’assenza, finora, di un coordinatore ha causato non pochi problemi nell’uscita del turno di servizio, nella gestione dei rapporti con professionisti esterni, con uffici tecnici, del personale, provveditorato e manutenzioni.
Tuttavia il personale presente all’incontro è fiducioso che la nomina della nuova coordinatrice, avvenuta proprio in mattinata, possa dare supporto e sostegno a tutto l’assetto organizzativo, ma che nulla potrà fare se la Direzione e i Dirigenti coinvolti non prendono seriamente coscienza sui numeri e sulle potenzialità della struttura dandone il giusto riconoscimento in termini di personale stabile.
Il timore dei dipendenti è che presto si possa assistere ad un totale affidamento della struttura ad una gestione privata, con conseguente dirottamento dei dipendenti in altri servizi e presidi ospedalieri. Per questo chiedono anche l’intervento forte della politica locale che eviti un tale scempio per garantire cure certe, qualificate e pubbliche ai pazienti fragili della nostra collettività.
Segretario Prov. NurSind Ascoli Piceno
Dott. Maurizio Pelosi