Sabato pomeriggio 19 ottobre riaprirà la bellissima e storica Chiesa di S. Giacomo apostolo dopo i lavori di ristrutturazione resi necessari dopo il sisma del 2016.
L’appuntamento
è alle ore 18 presso la chiesa di S. Pietro Martire, da lì partirà
la processione fino alla chiesa di S. Giacomo dove alle 18.30 si
celebrerà la S.Messa presieduta da Mons. Gianpiero Palmieri, Vescovo
di Ascoli Piceno.
Il parroco di S.
Pietro Martire, don Daniele De Angelis, accoglie con grande gioia
questo evento: “E' una grande gioia per tutta la comunità
parrocchiale e per tanti ascolani veder restituita al culto e alla
sua lucente bellezza la chiesa di San Giacomo Apostolo. Magnifico
esempio del romanico piceno, la chiesa è situata sulla via dei
pellegrini, ed è stata in passato anche chiesa parrocchiale.
Importanti sono le testimonianze di fede trasmesse, non sono
attraverso l'apparato figurativo degli affreschi, ma anche per la
forte devozione alla Madonna di Lourdes. In un locale ipogeo di San
Giacomo infatti, don Fabiani fece realizzare negli anni settanta una
replica della grotta di Lourdes, celebre per le apparizioni della
Vergine Maria a Bernadette Soubirous alla quale si presentò come
Immacolata Concezione.
Da quel momento si è sviluppata una forte
devozione che si rinnova a febbraio con le tradizionali "15
visite" a Maria. Un ringraziamento sentito al commissario per la
ricostruzione Guido Castelli, all'ufficio ricostruzione della
Diocesi, all'ingegner Rubino che ha curato il progetto di recupero e
alla ditta Picalarga che ha realizzato i lavori di restauro. La
riapertura al culto riaccenderà tanti ricordi per tutti coloro che
in quella chiesa hanno ricevuto i sacramenti dell'iniziazione
cristiana o lì si sono sposati. Fare memoria della grazia ricevuta
da Dio ci permetterà di rinnovare la gratitudine ed è questo il
senso proprio dell'Eucaristia che celebreremo insieme”.
La chiesa fu costruita dopo l'anno 1250 con l'impiego del travertino. Rappresenta un buon esempio di architettura romanica proponendone le caratteristiche strutturali come la facciata aperta dal rosone formato da dodici colonnette e sovrastato da cinque scodelle maiolicate disposte e forma di croce.
Probabilmente già all'inizio del XIV secolo fu completata ed arricchita con l'aggiunta di due eleganti portali e la costruzione del campanile che ne caratterizza la struttura armonizzandola con le altre, vicine, torri gentilizie e campanarie.
L’architetto Christian Rubino che ha seguito i lavori insieme all'ing. Alberto Cocciglia, afferma: “I lavori di restauro conservativo e rafforzamento locale della chiesa hanno avuto come obiettivo il consolidamento di tutte le parti strutturali che costituiscono la “scatola” muraria, dalle coperture lignee (compresa l’impermeabilizzazione), passando per le murature, fino alle strutture orizzontali voltate in camorcanna. Gli interventi, compatibili con la prassi del restauro scientifico, sono stati eseguiti con materiali idonei e rispondenti alle seguenti “regole”: compatibilità fisico-meccanica, chimico-petrografica ed eseguibilità. Nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’edificio, i lavori realizzati hanno consentito la conservazione dell’edifico di culto e garantito il ripristino della piena agibilità e fruibilità della costruzione”.