Luca Bertolo riceve da Roberta Faraotti il Premio Osvaldo Licini by Fainplast edizione 2024: inaugurata la sua mostra 'Sedendo e mirando. L’intruso'

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Luca Bertolo riceve da Roberta Faraotti il Premio Osvaldo Licini by Fainplast edizione 2024: inaugurata la sua mostra 'Sedendo e mirando. L’intruso'

Ascoli - Sì è tenuta presso la Galleria d’arte contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno la premiazione della quarta edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast. L’artista vincitore Luca Bertolo sarà ospite della galleria fino al 4 maggio 2025 con la sua mostra personale intitolata “Sedendo e mirando. L’intruso”.
Il suo intervento all'inaugurazione della mostra in questo filmato.

Roberta Faraotti: "Buonasera a tutti, grazie a Andrea. Andrea ha detto tanto, io non voglio risaltare quello che diciamo. Per l'occasione abbiamo preparato un video che racconta un po' questi quattro anni perché sono stati intensi. Quello che voglio dire è che diciamo sempre e ce lo ripetiamo anche noi: è un programma nato piccolino, però con grandi ambizioni.

Perché abbiamo sempre detto: una cosa per volta fa fare bene, quindi piano piano è stato un crescendo e le occasioni sono state tante e ringraziamo tutti coloro che ci hanno invitato, soprattutto a ArteFiera con il direttore Simone Menegoi è stato il primo a credere nel nostro premio e da lì è stato anche una sorta di portafortuna e noi siamo felicissimi, quindi io non vado oltre nel mio saluto perché ci sarà un video che parlerà a posto mio, grazie".

Alessandro Zechini racconta la mostra di Luca Bertolo :  Come suggerisce il titolo stesso, l’eliminazione dell’intruso avviene seguendo due modalità opposte. Da un lato c’è la riflessione, l’attesa, lo stare fermi e in qualche modo governare. Dall’altro, c’è l’elemento che entra in scena, che rompe l’equilibrio.

La mostra, composta da diversi fili narrativi che si intrecciano, propone una lettura del lavoro di Luca Bertolo quasi come se fosse una summa di alcuni suoi elementi ricorrenti. Troviamo un’opera video, molte opere pittoriche, due opere legate al suo studio, come una scala e una scopa. Questi ultimi non sono oggetti scelti casualmente, né per il loro valore estetico, ma per il loro significato concreto: raccontano qualcosa del vissuto di Bertolo e del suo rapporto con i luoghi  della pittura.

Ciò che rende questa mostra particolarmente interessante è, innanzitutto, il modo in cui ci invita a riflettere sull’atto stesso del vedere. Quando osserviamo un’opera, il nostro sguardo non è mai libero da pensieri, idee o preconcetti. Bertolo ci introduce a questa riflessione con un mirino posto all'ingresso della mostra: non è un opera, ma un dispositivo ottico che ci permette di vedere attraverso una croce, un parte del tutto, una porzione ridotta.

Quest’immagine, che emerge dalla visione in maniera non del tutto nitida, diventa più chiara solo visitando l’ultima sala della mostra, dove vediamo un angelo. Un angelo privo di sessualità, a cavallo tra la dimensione terrena e quella celeste. Questo tema mi fa pensare agli sforzi di Osvaldo Licini per attraversare il confine tra il mondo terreno e quello soprannaturale. Pensate, ad esempio, all’Amalassunta azzurra presente nel museo: il piede sembra slanciarsi in una corsa, la testa richiama la forma di una luna e la mano si protende oltre il limite della tela, quasi a strapparla e trascinarla altrove.

Luca Bertolo riesce a intrecciare pittura, scrittura e pensiero con una profondità rara. Voglio leggervi un passaggio tratto da un suo recente articolo su Artribune, scritto pochi giorni fa, dedicato a Maria Morganti, artista selezionata ma non finalista del Premio Licini. E tengo a sottolineare quanto siano significativi gli artisti selezionati dal Premio: non si tratta di un semplice concorso, ma di un riconoscimento a figure con una prospettiva artistica chiara e importante.

Bertolo non è solo un pittore stimato a livello internazionale, apprezzato dai colleghi per la qualità del suo lavoro, ma anche un critico fine e profondo conoscitore della pittura. Questa mostra è un’occasione preziosa per il museo e per tutti noi, un’opportunità per riflettere sulla forza del dialogo tra scrittura, pittura e pensiero. Grazie.