A Offida, un percorso dedicato allo sguardo del cinema e della televisione sulle donne nella Resistenza, da Roma città aperta (1945) all’Agnese va a morire (1976).
La sequenza più celebre che il
cinema ci ha lasciato della Resistenza ha per protagonista una donna: la
corsa tragica di Anna Magnani che viene abbattuta da una raffica di
mitra in Roma città aperta.
Eppure, nonostante questa immagine simbolica e indelebile consegnataci dal capolavoro di Roberto Rossellini, scorrendo la filmografia sulla Resistenza
dei primi decenni dopo la Liberazione ci si rende conto che le figure
femminili non sono quasi mai protagoniste principali nei film
resistenziali, tanto da aver condotto a parlare cinematograficamente di
una Resistenza nascosta delle donne.
Tuttavia, in questa
constatata mancanza dell’adeguato riconoscimento del ruolo avuto dalle
donne nella Resistenza (che il cinema condivide con molta storiografia
dei primi decenni del dopoguerra), alcune opere emergono ugualmente,
fino a consegnarci delle figure femminili e delle sequenze in cui si
rivela il protagonismo e la presenza necessaria delle donne all’interno
dell’esperienza resistenziale.
Scopo di questo breve incontro, quindi, sarà quello di evidenziare alcune di queste figure e di queste sequenze: dalla popolana Pina in Roma città aperta (1945), interpretata magistralmente da Anna Magnani, a Gina, la protagonista del film di Mario Camerini, Due lettere anonime
(1945), interpretata da Clara Calamai; da alcune sequenze dei grandi
film sulla Resistenza girati intorni agli anni Sessanta che evidenziano
il ruolo attivo avuto dalle donne, come in Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini o nelle Quattro giornate di Napoli (1962) di Nanni Loy, allo straordinario documentario televisivo di Liliana Cavani, La donna nella Resistenza (1965),
documento memoriale fondamentale per tentare di comprendere l’impegno
femminile in quello che è stato il periodo più tragico vissuto dalla
nostra nazione nella sua storia; fino ad arrivare ai ritratti, entrambi
degli anni Settanta, di due protagoniste femminili indomite, la Libera
del film di Mauro Bolognini, Libera, amore mio! (1973), interpretata da Claudia Cardinale, e l’indimenticabile Agnese, interpretata da Ingrid Thulin, della celebre trasposizione cinematografica di Giuliano Montaldo del libro di Renata Viganò, L’Agnese va a morire (1976).
L’Agnese
va a morire di Giuliano Montaldo è non a caso il termine di questo
incontro, che vuole raccontare lo sguardo avuto dal cinema e dalla
televisione su quella Resistenza nascosta delle donne nei primi decenni
dopo la Liberazione, almeno fino alle prime importanti ricerche
storiografiche sulla loro partecipazione attiva e decisiva
all’esperienza che è tuttora a fondamento della nostra democrazia, con
la pubblicazione di opere storiografiche basilari su questo tema come La
Resistenza taciuta, libro a cura di Anna Maria Bruzzone e Rachele
Farina edito nel 1976, lo stesso anno dell’uscita del film di Montaldo.