Ancona: servono più armi contro il tumore del pancreas, al via uno studio gra.zie alla donazione della famiglia Menzella. In Italia 14.300 nuove diagnosi nel 2020. La maggior parte dei casi è individuato in fase avanzata. Indispensabile trovare approcci innovativi. “Plaudiamo alla generosità di chi sostiene la ricerca scientifica”.
Ancona, 10 settembre 2021 – Il tumore del pancreas è uno dei più difficili da trattare. Nel 2020, in Italia, sono stati stimati circa 14.300 nuovi casi, in costante aumento. L’aggressività della malattia è testimoniata dalla sopravvivenza a 5 anni, che non supera il 7% negli uomini e il 9% nelle donne. Servono quindi nuove armi per affrontare la neoplasia, come l’immunoterapia e le terapie mirate. Proprio per sostenere la ricerca in questo difficile obiettivo, la famiglia Menzella ha donato risorse all’Università Politecnica delle Marche per istituire un premio di specializzazione in Oncologia Medica per supportare uno studio clinico sul tumore del pancreas (condotto da uno specializzando).
“Gli stili di vita hanno un impatto importante nello sviluppo di questa neoplasia – afferma Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona -. Fumo di sigaretta, obesità, ridotta attività fisica, elevato consumo di alcol e di grassi saturi e scarsa assunzione di verdure e frutta fresca sono i principali imputati. I sintomi spesso sono sfumati e non specifici, quindi difficili da individuare, e nella maggioranza dei casi portano alla diagnosi quando il tumore è già in fase metastatica. Meno del 20% dei pazienti è candidabile a una chirurgia con intento curativo, con una sopravvivenza a 5 anni di circa il 20%. La chemioterapia, attuale standard di terapia nella fase metastatica, offre una mediana di sopravvivenza libera da progressione di malattia di soli 6 mesi. È quindi fondamentale trovare nuove opzioni terapeutiche, che possono essere costituite, ad esempio, dalla combinazione di chemioterapie, dall’immunoterapia che rinforza il sistema immunitario contro il tumore o dalla terapia a bersaglio molecolare soprattutto in presenza di una mutazione dei geni BRCA. Ringraziamo la famiglia Menzella per il grande gesto di generosità a favore della ricerca scientifica”.
“Susanna, donna, moglie e mamma esemplare, lascia un vuoto enorme nelle nostre vite – sottolinea Raffaele Menzella, che ha perso la moglie per un tumore al pancreas l’11 settembre di un anno fa -. Ma continua a riempire le nostre anime e ad infondere coraggio in tutti quanti con il suo esempio, la sua dedizione alla causa, il suo spirito di abnegazione, il suo indomito coraggio, la sua contagiosa carica motivazionale, il suo immancabile sorriso. Sempre guidata da suo ‘Non rimandare nulla perché un giorno potrebbe arrivare l’ultimo momento e, guardandoti indietro, non vorrai vedere cosa avresti potuto fare e che invece ti sei lasciato scappare’. Raccogliamo tutti la sua eredità e facciamo in modo che nulla vada sprecato!”
La ricerca sarà realizzata da un giovane specializzando, cui sarà assegnata una tesi di specializzazione sul tumore del pancreas, e seguita sotto la supervisione della Prof.ssa Berardi, del dott. Alessandro Bittoni (dirigente medico della Clinica Oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona) e del Prof. Riccardo Giampieri (prof. Associato di Oncologia presso la medesima Clinica nell’Università Politecnica delle Marche), che hanno avuto in cura la Signora Susanna Meco.