Con "Genealogy" vogliamo raccontare la storia del nostro sito, che ha da sempre un forte legame con il territorio" spiega Rossella Bruni, direttore e amministratore delegato dello stabilimento, dove lavorano attualmente oltre 900 persone più l'indotto.
"Ciò vuol dire avere un impatto significativo sulla popolazione ascolana, e non solo in termini numerici. Grazie alla competenza e all'eccellenza, che ci viene riconosciuta nell'ambito del network globale produttivo di Pfizer - prosegue Bruni - oggi siamo anche protagonisti della lotta al Covid-19, dato che siamo parte della catena produttiva e distributiva dell'antivirale che arriva in tutta Europa".
Lo stabilimento è uno dei principali fornitori-chiave per circa 100 Paesi in tutto il mondo. Da Ascoli, partono, infatti, circa 130 milioni di confezioni all'anno di farmaci per la cura di malattie oncologiche, cardiovascolari e del sistema nervoso centrale, oltre che per quelle infiammatorie. La mostra è concepita in modalità immersiva, attraverso installazioni narrative: il pubblico entra nel racconto, vi si immerge di capitolo in capitolo.
La metafora guida è quella dell'albero, inteso come organismo vivente e struttura organizzata, radicata nel territorio, che cresce e genera sviluppo: dal cuore delle Marche per andare lontano, un planisfero descrive le "rotte" che i farmaci prodotti ad Ascoli percorrono per arrivare in tutto il mondo.