/Tendopoli di S. Gabriele, Don Paolo Giulietti parafrasa Pinocchio
Tendopoli di S. Gabriele, Don Paolo Giulietti parafrasa Pinocchio
I cinque furti: il furto del tempo, dello spazio, del significato, del senso e del corpo
che ha parlato ai ragazzi della realtà giovanile frodata della speranza e dell’amore. Giulietti, partendo da un pezzo del famoso “Pinocchio” di Collodi in cui il burattino di legno viene derubato delle monete d’oro dal gatto e la volpe, ha affrontato insieme ad un’attenta platea quelli che lui stesso ha definito i “cinque furti”: il furto del tempo, dello spazio, del significato, del senso e del corpo. <<Voi giovani oggi – ha affermato Giulietti – vi accontentate di vivere il presente e di non pensare al futuro perché è la società stessa che vi ha derubato il tempo, non garantendovi ad esempio uno sbocco occupazionale dopo l’università. La stessa classe politica italiana non parla di politiche giovanili ma di pensioni. Ma non potete essere dei giovani che si accontentano del presente, dovete avere anche un passato ed un futuro, dovete prepararvi ad essere protagonisti come giovani nella società>>. Il responsabile della Pastorale Giovanile ha poi parlato del furto dello spazio e della necessità di dare valore ai luoghi in cui c’è interazione vera fra le persone poiché <<nessuna generazione cresce se non comunica con quella più giovane e con quella più vecchia. Oggi purtroppo è il consumo che ci tiene insieme e non l’identità comunitaria. Nella nostra società i non luoghi come i centri commerciali si moltiplicano, ma lì i ragazzi non possono costruirsi un’identità comunitaria perché ogni generazione sta per conto suo>>. Giulietti ha accennato anche al furto del significato, ovvero all’impoverimento del linguaggio dovuto alla comunicazione mediatica che oggi parla “strillando” e non comunicando, “rubandoci” la possibilità di dare il giusto nome alle cose, e al furto del senso. <<Oggi – ha chiarito Giulietti – si litiga meno rispetto al passato, perché ci accontentiamo del non conflitto. Non interessa più ciò che è vero ma l’importante è che non ci si dia troppo fastidio, per cui tutto va bene. La nostra vita è diventata ormai un galateo, non si dialoga, non ci si confronta più>>. Accennando al furto del corpo il responsabile della Pastorale ha chiuso un intervento molto seguito, che ha tenuto i ragazzi per due ore incollati alle sedie. <<Il corpo è sempre più qualcosa di separato dalla vita della persona, è un oggetto. Se il corpo è una cosa non è veicolo di amore. Invece dobbiamo capire che non abbiamo un corpo, ma siamo un corpo. Il corpo sono io, per cui non è possibile fare del corpo qualcosa che non abbia conseguenze sul piano psichico ad esempio. E’ necessario pertanto costruire una visione integrale del nostro corpo, affinché esso diventi veicolo della persona.>>