Il bacino fino al 1982 serviva il rifornimento di una parte di S.Benedetto
Agli enti e associazioni interessate dal problema è stato presentata la possibilità di utilizzare la sorgente Granaro, come sostegno più immediato alle aziende vivaistiche del territorio. Durante l’incontro, appunto, il Ciip ha consegnato al sindaco Luigi Merli tutta la documentazione inerente il sito. Un bacino, quello del fosso Granaro di Grottammare, capace di assicurare 2/3 litri di acqua al secondo e che fino alla chiusura, avvenuta nel 1982, serviva addirittura al rifornimento idrico di una parte di San Benedetto del Tronto. Da questo, il tavolo tecnico proseguirà fino a un’indagine complessiva di vallata per mettere in luce tutte le risorse disponibili.
«Si è stabilito di effettuare due diversi tipi di analisi – spiega il sindaco Luigi Merli, promotore e a capo del tavolo di lavoro – una più rapida, per verificare la consistenza dell’acquifero presente nella sponda nord del fiume Tesino per stabilire se è possibile utilizzare le riserve di quella zona anche per le aziende che hanno l’attività nella sponda a sud e sono già senza acqua; un’altra indagine conoscitiva dell’effettivo fabbisogno delle aziende interessate e poi un’indagine complessiva di vallata per verificare lo stato delle risorse idriche dalla collina sino al mare. La Provincia e i comuni di Grottammare e Ripatransone – aggiunge Merli – si faranno carico di quanto necessario per questo primo intervento conoscitivo». A questo secondo incontro, hanno partecipato le associazioni di categoria Coldiretti, Copagri e Vinea, la Regione Marche, la Provincia di Ascoli Piceno con l’assessorato all’Agricoltura e il Genio Civile, il Consorzio di Bonifica Aso-Tenna-Tronto, il CIIP spa, l’ATO, l’Autorità di Bacino, L’Arpam. Ad affiancare il sindaco Merli, l’assessore Avelio Marini e il delegato del sindaco di Ripatransone, l’assessore alle Attività Produttive, Francesco Mori.