Dopo l'indulto i dati mostrano che gli italiani sono più recidivi degli stranieri
rispetto allo stesso periodo 2005. Per Aldo Di Giacomo, segretario del Sappe Marche, anche questo dato indica come, ad un anno dal provvedimento dell'indulto, evidenzia «un aumento dei reati soprattutto quelli predatori (scippi e furti), ma anche un aumento di reati commessi dagli stranieri. Gli stranieri nel nostro Paese rappresentano il 4% della popolazione residente e pure raffigurano il 36,5% dei denunciati ed un terzo della popolazione detenuta. Il rischio è che la crescita dei reati commessi dagli stranieri finisca per penalizzare gli immigrati regolari che lavorano regolarmente e rispettano le leggi. I furti e le rapine - sottolinea - erano diminuite del 5% e del 7% nel primo semestre del 2006, hanno registrato un aumento del 6% i furti e del 15,5% le nel secondo semestre dello stesso anno. In particolare, nei primi sei mesi del 2006, si e' registrata, rispetto allo stesso periodo del 2005, una diminuzione di 1.048 rapine e di 23.323 furti. Nel periodo agosto-settembre 2006, si e' assistito, rispetto allo stesso periodo del 2005, ad un incremento di 1.952 rapine e di 28.830 furti». Per Di Giacomo «gli effetti dell'indulto non si possono definire sicuramente positivi, l'analisi dei dati, ad un anno dall'approvazione dell'atto di clemenza indicano chiaramente un aumento dei reati. I delitti totali, stando ai dati del ministero degli Interni, erano in diminuzione nel primo semestre del 2006, sono aumentati nel secondo, periodo che include interamente le scarcerazioni post indulto». In particolare gli ultimi dati del Ministero della Giustizia rilevano come su 15.815 italiani dimessi, ne siano rientrati 1942 (il 12,28%), mentre su 9.750 stranieri ne siano rientrati circa il 10,59%. Ma a sorprendere maggiormente e' il fatto che gli stranieri sono rientrati non per la commissione di reati, ma di illeciti amministrativi (violazione della legge sull'immigrazione).