Un ascolano sessantanovenne di Roccafluvione, P.C., verso le ore 19.00 di ieri ha fermato la sua autovettura lungo la strada Agellana – Roccafluvione ed ha appiccato il fuoco ad alcune sterpaglie del sottobosco. L’azione non è passata inosservata ad alcune persone ed una pattuglia in borghese del Reparto Operativo dei Carabinieri di Ascoli Piceno, opportunamente comandata in servizio di prevenzione nelle zone ancora non interessate dalle fiamme. Il sospetto sull’anziano è scaturito dal fatto che questi, invece di tentare di spegnere l’incendio, ha raggiungo frettolosamente la sua autovettura Dhaiatsu, lasciata posteggiata poco distante. Ogni comune mortale, soprattutto in quella particolare
circostanza, considerato che la montagna era completamente avvolta dalle fiamme, si sarebbe prodigato a spegnere il fuoco. Prima di riuscire a “sgommare” il piromane, è stato bloccato dai Carabinieri; di propria iniziativa ha detto che si era fermato per fare dei bisogni fisiologici. Poiché in zona non vi era nessuno ed il comportamento posto in essere dal soggetto, sostanziate dalle immediate giustificazioni date, senza che nessuno gli avesse chiesto nulla, ha tolto ai Carabinieri eventuali dubbi sulle sue responsabilità. L’incendio, per fortuna, in quel punto è stato subito spento; in caso contrario avrebbe accelerato l’avanzamento, di quello già in corso, verso Roccafluvione e messo in serio pericolo le persone della zona. Così come già era avvenuto durante la giornata per gli abitanti di Scalelle, Sala, Lisciano, San Giacomo, Radicina, Masciù e Colleiano, che erano state costrette a scappare dalle proprie abitazioni. L’appiccare fuochi in modo indiscriminato, principalmente in tali circostanze, assume una gravità maggiore, proprio perché non consente agli esperti dei servizi antincendio di fare una mappatura del fenomeno in itinere e poterlo arginare. Di converso, costringe lo stesso personale a correre da una parte all’altra. P.C. veniva dichiarato in stato di arresto e tradotto al carcere di Marino del Tronto, a disposizione della Procura della Repubblica del Tribunale di Ascoli Piceno. In questo inferno di fuoco che ha colpito il centro sud d'Italia provocando morti nel Gargano e in Abruzzo a L'Aquila (vittima il pilota di un Canadair), trovano conferma i dati di Legambiente sulla dolosità degli incendi (il 60%), dato confermato dal Corpo Forestale dello Stato. Una conferma stabilita soprattutto dall'arresto in flagranza operato dai Carabinieri di Ascoli, oltre ai due effettuati ieri in Sardegna. Il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha fatto appello alla magistratura perchè si infliggano condanne e pene esemplari per questi che sono veri e propri criminali incendiari.