Questa politica danneggia Ascoli e uccide la Quintana

Questa politica danneggia Ascoli e uccide la Quintana

Il sindaco Celani protagonista della commedia del ridicolo

La dimostrazione lampante l’abbiamo avuta sabato scorso alla Giostra della Quintana, quando è andata in scena una commedia del ridicolo che ha visto protagonista il sindaco Piero Celani, mentre le vittime sono state la città di Ascoli, gli ascolani che partecipano con passione e impegno alla rievocazione,  i turisti e gli spettatori che, loro malgrado, hanno dovuto assistere all’indecenza di un teatrino politico mascherato dalla competizione tra i sestieri.
La confusione dei ruoli e dell’influenza della politica sulla Quintana è un aspetto assai grave di quanto accaduto sabato sera al campo Squarcia.
Quando infatti Piero Celani ha deciso la ripetizione della tornata del cavaliere di Borgo Solestà, era il Magnifico Messere che parlava, oppure era il sindaco che dettava la sua legge dietro le pressioni del caposestiere gialloblù (e assessore ai Lavori Pubblici) Luigi Lattanzi?
Quello che qui si discute non è tanto l’assegnazione del palio di luglio 2007: a questo pensi il personale tecnico dell’Ente Quintana, pensino il Rettore, i giudici e gli esperti, trovino loro, regolamento alla mano, una soluzione giusta in maniera indipendente ed autonoma da ogni pressione esterna.
Quello che qui si vuole sottolineare è l’arroganza di un potere politico che entra indebitamente nelle dinamiche della rievocazione storica, ne fa un uso antidemocratico e personalistico, con risultati che danneggiano gravemente l’immagine della città tutta e della rievocazione storica in particolare.
Quello che vogliamo mettere in rilievo è lo sdegno per il comportamento di chi, dopo aver compromesso una delle manifestazioni più sentite dagli ascolani e apprezzate dai turisti, si permette di non aspettare il corteo dei figuranti e di abbandonare la manifestazione, dimostrando di non avere alcun rispetto per il proprio compito e nessun senso di responsabilità per il danno arrecato.
Che cosa avranno pensato tutti quegli ascolani che si regalano con passione e impegno alla realizzazione della nostra Giostra, nel vedere che le magistrature (il sindaco e la sua giunta) non hanno aspettato i figuranti nel corteo finale? Che cosa avranno pensato nel vedere vanificata la dedizione gratuita con cui contribuiscono ad una rievocazione che è vanto e prezioso patrimonio della nostra città? Tutto questo non sarebbe accaduto se la Quintana e questa politica, fossero due mondi lontani, diversi, che non si influenzano a vicenda.
La Quintana merita la sua indipendenza, merita la sua autonomia. Merita di non essere tenuta in ostaggio dal potere e dagli interessi di questa politica che sviliscono e macchiano il valore della manifestazione e di coloro che da anni contribuiscono alla sua realizzazione.
La Quintana ha bisogno della trasparenza e dell’autonomia necessarie a salvaguardare e valorizzare quel magnifico patrimonio che è la Giostra degli ascolani, ha bisogno di salvaguardare quel prezioso patrimonio cittadino che è fatto di storia e di tradizione, di genuina passione e di disinteressato impegno.
La Quintana ha bisogno dell’indipendenza necessaria a far risaltare il suo valore; producono solo danni, invece, le ambigue intrusioni di questa politica che compromettono l’intera manifestazione e rischiano di vanificare il lavoro di tutti i quintanari.