Lo scrive il Ministero dell'Economia e delle Finanze a firma del Direttore generale del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte : "Si fa presente che spettano al Collegio dei Revisori oltre al controllo legale dei conti, il controllo di legittimità e la vigilanza sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo, contabile e sul suo concreto funzionamento".
Ascoli - Lo scorso 24 novembre dalla Fondazione
Carisap è arrivato questo comunicato stampa che noi abbiamo
regolarmente pubblicato: “Ascoli Piceno, 24 novembre 2024 – La
Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno comunica che il
Consiglio di amministrazione e l’Organo di indirizzo, in ossequio
alle procedure previste dallo Statuto e dal vigente Regolamento, dopo
apposita istruttoria agli atti della Fondazione, hanno verificato la
presenza dei requisiti di Legge e di Statuto e l’assenza di cause
impeditive, confermando pertanto l’insussistenza di presunte cause
di incompatibilità in capo agli Organi della Fondazione.”
Dunque è tutto regolare circa la nomina del nuovo Cda. Il fatto curioso in questa vicenda è che l'attore principale, cioè il Collegio dei Revisori dei conti, almeno secondo quanto scrive il Ministero dell'Economia e delle Finanze alla Fondazione Carisap in un passaggio di un'articolata lettera a firma del Direttore del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte, non ha compiuto la missione indicata del controllo dei famosi requisti che invece sarebbe stata affidata ad uno studio legale.
Insomma come si suol dire “se la suonano e se la cantano”. E se ne infischiano del Ministero dell'Economia e delle Finanze che è l'organo di vigilanza sulle Fondazioni bancarie che scriveva appunto lo scorso 26 ottobre alla Fondazione Carisap:
“Si fa presente che spettano al Collegio dei Revisori oltre al controllo legale dei conti, il controllo di legittimità e la vigilanza sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo, contabile e sul suo concreto funzionamento.
In particolare, il controllo di legittimità attiene al rispetto formale e sostanziale della normativa applicabile alle Fondazioni che impone la verifica della conformità degli atti e delle deliberazioni degli Organi alla legge; la funzione di raccordo impone al Collegio di rendere edotta l'Autorità di vigilanza, ai sensi dell'art. 10 del d. lgs. 153/99, qualora ne ricorressero i presupposti per non impedire alla stessa di potere fare tempestivamente autonome e indipendenti valutazioni.
In questo sistema chiaramente delineato dalla legge, si invita il Collegio dei Revisori, posto a vigilanza della legge e dello statuto, a rappresentare un presidio di garanzia sulla corretta governance dell'Ente, a tutela tanto della compagine sociale quanto degli interessi connessi all'attività istituzionale e a svolgere anche la funzione di raccordo con l'Autorità di vigilanza”.
Ora ci chiediamo: come mai il Collegio dei Revisori si è fatto tranquillamente da parte dopo questa sorta di estromissione dal controllo dei requisiti che è invece tra i suoi compiti precipui?
Immaginate ciascuno di voi che debba affidarsi ad un avvocato per risolvere una vostra importante questione e che quell'avvocato dunque pagate profumatamente, vorreste che dicesse, scrivesse o facesse qualcosa diverso dai vostri desideri o dai vostri interessi economici?
Si, avete ragione, è quella che si definisce di norma una domanda retorica.