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Filmata da branco, 13 avvisi di chiusura indagini
Costretta a prestazioni erotiche videofilmate sotto la minaccia dei suoi aggressori
Sono i 13 ragazzi a cui sono stati notificati altrettanti avvisi di chiusura delle indagini.
Ci sarebbero immagini filmate con i cellulari e scambiate poi via mms e su internet con altre decine di minorenni. Il pubblico ministero, Ugo Pastore contesta agli indagati (che ora avranno venti giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive) reati che vanno dal concorso nella violenza sessuale singola o di gruppo. E questa aggravata dalla minore età della vittima, alle lesioni personali, alla cessione e divulgazione di materiale pedopornografico.
Per il sedicenne, ex fidanzato della vittima e per altri due due diciassettenni, il gip aveva disposto misure cautelari come la permanenza domiciliare o prescrizioni di condotta, già scadute. A decidere se disporre o meno i rinvii a giudizio sarà il giudice per l'udienza preliminare. La posizione di altri 40 indagati, coinvolti solo nello scambio di materiale video, era invece già stata stralciata.
Gli abusi risalenti al periodo compreso fra l'estate e l'autunno del 2006, sarebbero stati scoperti per caso, quando la madre di un ragazzino si imbatté in immagini hard controllando il cellulare del figlio. Teatro delle violenze un parco pubblico di Torrette, dove la ragazzina sarebbe stata costretta a prestazioni erotiche videofilmate, sotto la minaccia dei suoi aggressori di lasciarla senza chiavi di casa, o di raccontare tutto ai genitori, o, ancora, di abusare anche della sorellina più piccola. Secondo la procura quello passato dalla ragazzina sarebbe un vero e proprio calvario dal quale la giovane starebbe uscendo a fatica, con l'aiuto di uno psicologo.
Putroppo, secondo la perizia del neuropsichiatra infantile consulente del pm, avrà ripercussioni permanenti sulla sua vita affettiva, anche da adulta. I ragazzi invece sostengono che la tredicenne era consenziente. Ancora in corso trattative fra la famiglia della vittima e i legali degli accusati per il risarcimento del danno, che potrebbe ammontare a circa 60 mila euro.