I fatti risalgono tra il luglio 2002 e maggio 2003. Il pm di Ancona Valeria Sottosanti ha chiesto la condanna di cinque persone. Due anni e cinque mesi di reclusione sono stati sollecitati per l'ex direttore dello stabilimento Franco Bellucci, presidente di Api Soi, e Federico Sardi, dirigente della ditta incaricata Remedia. Per altri tre imputati - Gianluca Falaschi, un dirigente della raffineria, Manuel Tomassoni e Adriano Baldini, funzionari Remedia - il pm ha chiesto due anni e due mesi di carcere.
Il 24 luglio prossimo prenderanno la parola i difensori. Oggi, davanti al giudice Carlo Cimini, hanno invece avanzato le loro conclusioni le parti civili costituite: il Comune di Falconara ha chiesto un risarcimento danni di 18 milioni di euro con provvisionale di 2 milioni; equivalente quantificazione del danno ha avanzato la Provincia di Ancona, con una provvisionale di un milione di euro; la Regione Marche ha invece presentato richieste risarcitoria e di provvisionale, senza quantificarle. L'accusa contesta agli imputati un presunto sviamento dalle procedure per il recupero ambientale del sito e aggiustamenti dei parametri sul reale inquinamento del sottosuolo. Le difese sostengono invece che la bonifica non fu affatto 'taroccata'.
I dati di campo - è la tesi difensiva - che si presumono difformi dai dati forniti, avrebbero dovuto essere ancora validati. I rilevamenti, dicono gli imputati, possono dare risultanze e valori diversi a seconda del punto - per falde e correnti - e delle ore del giorno in cui si effettuano, e quindi occorre interpretarli sulla base di criteri che consentono di stabilire quali offrono un quadro effettivo della situazione. L' Api, in giudizio come responsabile civile, ha sempre ribadito di aver operato sin dal 1994 "per la bonifica del sottosuolo, impiegando risorse consistenti e sempre in stretto rapporto e sotto la diretta verifica degli enti di controllo".