Beni culturali, sequestrati mille reperti d'epoca picena

Beni culturali, sequestrati mille reperti d'epoca picena

Solo una parte dei ritrovamenti veniva denunciata alla Soprintendenza per i beni archeologici

Coinvolti un 'pool' di tombaroli composto da padre, figlio e un collaboratore operativo da anni e 13 fra acquirenti e mediatori. I tombaroli inoltre pubblicizzavano le proprie attività su un sito internet. I preziosissimi pezzi, degni di costituire una sezione a sé di un museo, stasera saranno esposti al pubblico in quello Archeologico della città. 
Le indagini risalgono a qualche mese fa (e oltre alle Marche hanno interessato anche parte del territorio emiliano) ma solo in questi giorni la documentazione raccolta dai carabinieri, diretti dal tenente Salvatore Strocchia, è arrivata sul tavolo della Procura di Ascoli Piceno.
In tutto sono sedici le denunce ma si presume che il giro fosse molto più ampio. I tombaroli, come attestano dei veri e propri diari di scavo, oltre a piantine planimetrie, trovati in loro possesso, infatto erano attivi almeno dai primi anni Novanta. La prassi prevedeva che solo una minima parte dei ritrovamenti venisse denunciata alla Soprintendenza per i beni archeologici delle Marche, e di questa attività legale dava conto il sito. Il resto dei reperti prendevano la strada del traffico illecito. I carabinieri si sono avvalsi anche della collaborazione del Nucleo elicotteri di Falconara per sorvolare le aree archeologiche. Le persone denunciate devono rispondere di violazioni in materia di ricerche archeologiche, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione.
Tra i reperti archeologici, che sono databili tra il VII secolo e il V secolo d.C. figurano ben 29 manufatti in ceramica (del tipo cratere, anfora, oinochoe, skiphos, lekane, kylix, coppa, rhyton, aryballos e kotyle) di varie dimensioni e stili. Inoltre vi sono anche 782 monete in oro, argento e bronzo di diverse epoche e conio; 447 oggetti in bronzo tra cui statuette raffiguranti Minerva combattente ed Eracle, monili e fibule. Di notevole interesse anche una testa marmorea di divinità femminile, probabilmente identificabile con Afrodite e un frammento di sarcofago ornato ad altorilievo di età Antoniniana. I carabinieri hanno infine rinvenuto 25 punte di freccia in selce; una ventina di reperti fossili e 237 frammenti in ceramica dall'età del bronzo all'età romana.

 

foto www.archeobo.arti.beniculturali.it