Ad Ascoli non c'è spazio per i giovani

Ad Ascoli non c'è spazio per i giovani

Denunceremo l'assessore Antonini ai presidenti delle Camere. L'appello al Vescovo

 L’articolo 21: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.». L’articolo 33: «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». Si intende che le istituzioni locali debbano provvedere al finanziamento delle attività artistiche e culturali presenti nel territorio favorendo lo sviluppo e il fermento culturale della propria città. Ad Ascoli Piceno questi principi costituenti sono stati di fatto cancellati. Assieme ad essi ad essere quotidianamente calpestato è il diritto, inviolabile, “al pieno sviluppo della persona umana” (articolo 3).
Bar, stadio, bullismo e teppismo sono le uniche alternative che i nostri governanti sanno offrire al lavoro in fabbrica. Nei casi dei ragazzi più sensibili e indifesi l’unico rimedio offerto a questo “nulla” eretto a sistema cittadino è la strada dell’alcolismo, della tossicodipendenza o del suicidio. I terribili fatti di cronaca nera che hanno funestato l’ultimo lustro sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Come può, chi la città la ha in gestione da un decennio, non sentirsi in qualche modo responsabile? Quanto altro sangue innocente dovrà essere versato prima che qualcuno decida di prestare soccorso ad una gioventù agonizzante?
Abbiamo chiesto più di una volta fondi e strumenti per organizzare iniziative culturali rivolte agli abitanti delle periferie: questi pochi fondi e strumenti ci sono stati sempre negati. Abbiamo intenzione di aprire un laboratorio teatrale ed artistico rivolto ai giovani della città, svolgere lezioni e convegni di approfondimento culturale, dare spazio al confronto di idee, iniziare un processo di vera partecipazione dal basso e di autogestione creativa che risvegli la nuova cittadinanza. Le spinte sono reali: ci troviamo in un momento davvero importante per la storia della città di Ascoli Piceno. Per la prima volta a muoversi sono un centinaio di giovani ascolani, dai venti ai trent’anni, tornati dalle università e riunitisi spontaneamente in diverse associazioni prossime alla fondazione di un unico meta-movimento che muova con più determinazione e forza le proprie proposte politiche e culturali. A questa forte “domanda” si può rispondere in due modi: o con la repressione o con l’ascolto. Da anni si predilige la prima risposta. È un comportamento assurdo e criminale, in una città “spenta” quale Ascoli Piceno, negare spazio, strumenti e fondi ad un folto gruppo di giovani ascolani profondamente decisi e motivati ad investire il proprio tempo e le proprie energie in attività culturali e sociali.
Ho intenzione di denunciare questa situazione criminale o connivente alle Camere della Repubblica Italiana con una lettera ai presidenti Marini e Bertinotti. Non mi rivolgo solo alla pessima gestione personalistica e clientelare operata negli ultimi anni dall’assessore alla cultura Andrea Maria Antonini (AN) che pure ha contribuito con sfacciata arroganza a negare ogni più elementare diritto individuale in una città che pure tenta dal basso di auto-organizzarsi per uscire dall’agonia. Purtroppo è piuttosto difficile riscontrare una benchè minima differenza metodologica ed ideologica tra una destra arrogante e volgare, arroccata su esigenze oligarchiche, e una sinistra mediocre e provinciale che non riesce più a porsi problemi reali.
È necessario denunciare pubblicamente questa gestione trasversale della cosa pubblica, così come è necessario che questa denuncia venga raccolta dai giornali locali, perché i giovani ragazzi di Ascoli Piceno sappiano che una “reazione” attiva a questo “nulla” eretto a sistema cittadino esiste. I comuni minori della “vallata” ospitano momentaneamente le nostre associazioni. È paradossale ma è così: i giovani ascolani, grazie ad una politica culturale cieca e in mano alle dirigenze di partito, trovano molto più facilmente ospitalità, sedi e fondi nei paesi della Salaria che non nella loro città di origine.
Un ultimo appello alla Chiesa, nella persona del Vescovo Silvano Montevecchi: dica una sola parola, con l’ influenza di cui dispone, perché a questo sistema di degrado culturale e di profondo dolore esistenziale si inizi a porre fine.
La gioventù di Ascoli Piceno non merita questa indifferenza.