La recente decisione della Regione Marche di dare il via libera alla Link University per l'istituzione di corsi di laurea in medicina e odontoiatria rappresenta un grave pericolo per il futuro della formazione universitaria nella nostra regione.
Una scelta che sembra rispondere più alle esigenze di soddisfare i finanziatori di una campagna elettorale che a quelle di tutelare la qualità della formazione e il diritto alla salute dei cittadini.
È un fatto gravissimo che un ateneo privato, con legami evidenti e documentati con i finanziamenti
ricevuti dalla Lega durante la campagna elettorale delle politiche 2022, si trovi improvvisamente al
centro delle benevoli attenzioni di una Regione guidata dal centrodestra! Il sospetto è che questa
operazione non sia dettata da un reale interesse per la crescita accademica del territorio, ma da
logiche di opportunismo politico ed economico.
Il presidente dell'Ordine dei Medici di Macerata, Romano Mari, lo ha detto chiaramente: non si
possono garantire le attività di formazione e tutoraggio necessarie senza le strutture adeguate.
Eppure, si sta aprendo la strada a un modello formativo basato su costi proibitivi – poco meno di
20.000 euro l'anno per le tasse universitarie – che evidentemente esclude le famiglie meno abbienti e mina ulteriormente il principio di equità nell'accesso alla formazione. In passato, chi voleva acquistare una laurea si rivolgeva ad atenei stranieri di dubbia reputazione. Ora, sembra che la Regione Marche voglia importare questo modello commerciale direttamente sul nostro territorio, svendendo etica e deontologia sull'altare del profitto.
Le ripercussioni di questa decisione saranno pesantissime anche per gli atenei pubblici delle Marche, eccellenze del nostro territorio come le Università di Macerata, Camerino, Urbino e, soprattutto, di Ancona, che, non a caso, si trovano già a fronteggiare la riduzione dei finanziamenti statali!
È indispensabile fermare questo
processo e riportare il dibattito sulla centralità della qualità
formativa e sulla necessità di investire nel pubblico.
Chiediamo
con forza alla Regione di revocare il parere positivo alla Link
University e di destinare le risorse al potenziamento degli atenei
pubblici già esistenti, che da sempre rappresentano un presidio di
cultura, innovazione e futuro per i giovani marchigiani.
Non possiamo permettere che la formazione universitaria venga trasformata in un mercato dove il
denaro conta più della competenza. La Regione ha il dovere di garantire un sistema formativo equo,
accessibile e di qualità, e non di piegarsi agli interessi economici e politici di pochi. La salute e il futuro dei cittadini non si svendono.