“L’annuncio del Ministro della Salute Schillaci sul
reclutamento di circa 10.000 infermieri provenienti dall’India non possiamo che
considerarlo come una mera soluzione tampone di un problema ormai cronicizzato
e che andrebbe quindi curato con programmazione e provvedimenti forti. Gli sforzi
del Ministro per aumentare le risorse utili a far uscire la sanità dalle sabbie
mobili dove l’hanno consegnata i suoi predecessori, alcuni dei quali sono oggi paradossalmente
megafoni del dissenso, sono chiari e spesso condivisibili. Ma su questo punto
le nostre perplessità sono tante ma non certamente legate a un problema di
inclusività” dichiara il segretario nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano.
“Lo stesso Ministro Schillaci ha sottolineato come i nostri infermieri siano oggi
tra i peggio pagati se messi al confronto con altri stati. Chiamare a tappare
la falla di 30.000 unità mancanti con professionisti stranieri ci appare un
paradosso. Crediamo che un grande sforzo vada invece compiuto per convincere
coloro che hanno varcato il confine per altre nazioni, attratti da emolumenti e
condizioni di lavoro migliori, a percorrere la strada inversa e tornare in
Italia. Abbiamo formato questo esercito di emigranti della sanità investendo su
di loro e sulla loro formazione per consegnarli poi ad altre nazioni. Tornando
ai previsti 10.000 infermieri indiani in arrivo, ma anche ai tanti operatori
selezionati all’estero e utilizzati nelle strutture sanitarie e sociosanitarie
italiane, chiediamo che si acceleri l’Accordo
Stato/Regioni per l’esercizio temporaneo che preveda una severa selezione non
solo sui titoli cartacei ma principalmente sulla formazione e la
specializzazione degli stessi. Uguale rigore andrà applicato nella conoscenza
della lingua per evitare l’innescarsi di un cortocircuito assoluto di incomunicabilità
tra pazienti e professionisti. Restiamo dunque vigili di fronte a questa
situazione chiedendo altresì di avere il coraggio di percorrere la strada della
valorizzazione del nostro patrimonio di professionisti sanitari, gli stessi cui
negli anni sono stati negati dignità e diritti” conclude il sindacalista.