Federico Preti – Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica e Docente Università di Firenze: “Il suolo necessario per la rigenerazione urbana. Nel 2023 la riduzione dell’”effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico è costato al Paese oltre 400 milioni di euro all'anno. Un “caro suolo” che si affianca agli altri costi causati dalla perdita dei servizi eco sistemici e che ulteriormente aggrava le fragilità ambientali e climatiche del nostro Paese. Occorre un Piano nazionale di ripristino”.
E alla Camera il ddl Salva Milano.
Flora Vallone – Vice Presidente Nazionale Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica : “Il ddl Salva Milano riguarderà l’Italia intera, non solo Milano, consentendo crescita edilizia fuori misura proprio in virtù di regolamentazioni ad hoc e anomale (per alcuni incostituzionali) che potrebbero consentire demolizioni e ricostruzioni senza alcun controllo su dimensioni, servizi, contestualizzazione con il tessuto urbano circostante. E gli obiettivi di Rigenerazione urbana, Ripristino dell’ecosistema urbano, Lotta al cambiamento climatico, incremento della vivibilità delle città,.. ? Nel mondo molte città stanno lavorando proprio sullo spazio aperto, riducendo densità e impermeabilizzazione, incrementando il verde, riportando la Natura in città come previsto da piani-programmi globali”.
“ Il suolo necessario per la rigenerazione urbana. Oggi è la Giornata mondiale del Suolo promossa dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) per sensibilizzare sull'importanza della gestione sostenibile del suolo. Pochi giorni fa è stato presentato in ISPRA il Rapporto 2024 su “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). I dati sono ancora negativi: il consumo di suolo continua a crescere di circa 20 ettari/giorno e - al netto delle aree recuperate o ripristinate (poco più di 8 km2) - è cresciuto di 64 km2 in più rispetto all’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto al 2030. Nel 2023 la riduzione dell’”effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico è costato al Paese oltre 400 milioni di euro all'anno. Un “caro suolo” che si affianca agli altri costi causati dalla perdita dei servizi eco sistemici e che ulteriormente aggrava le fragilità ambientali e climatiche del nostro Paese. Occorre un Piano nazionale di ripristino. E lo afferma anche l’Unione Europea che con la Nature Restoration Law prevede che i 27 stati membri ripristinino entro il 2030 il 20% degli ecosistemi degradati in ambito urbano, agricolo e forestale, corsi d’acqua, … mediante apposito Piano nazionale di ripristino da presentare entro il 1° settembre 2026”. Lo ha dichiarato Federico Preti, docente di Idraulica all’Università di Firenze e Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica.
E alla Camera il ddl Salva Milano!
“Tutto ciò mentre alla Camera è stato approvato il così detto ddl Salva Milano, pronto ora per l’approvazione al Senato entro fine anno. Per alcuni un maxi condono, per altri - i più- un accadimento poco noto e poco rilevante. Quel che è certo è che riguarderà l’Italia intera, non solo Milano, consentendo crescita edilizia fuori misura proprio in virtù di regolamentazioni ad hoc e anomale (per alcuni incostituzionali) che potrebbero consentire demolizioni e ricostruzioni senza alcun controllo su dimensioni, servizi, contestualizzazione con il tessuto urbano circostante. E valevole anche per fabbricati abusivi che potranno così guadagnare nuova verginità urbanistica invece che restituire il suolo illegalmente occupato. E gli obiettivi di Rigenerazione urbana, Ripristino dell’ecosistema urbano, Lotta al cambiamento climatico, incremento della vivibilità delle città,.. ? Nel mondo – ha affermato l’architetto Flora Vallone, Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica - molte città stanno lavorando proprio sullo spazio aperto, riducendo densità e impermeabilizzazione, incrementando il verde, riportando la Natura in città come previsto da piani-programmi globali e locali che proprio a partire dagli spazi interclusi, dagli interstizi urbani - non solo le grandi aree dismesse- cercano e trovano occasione per generare qualità urbana e benessere per i cittadini. Per il ripristino dell’ecosistema urbano sarà infatti fondamentale lavorare sullo spazio aperto con soluzioni basate sulla natura (NBS) e ricuciture a rete tra le -anche piccole- tessere disponibili a farne parchi, giardini, viali alberati, aiuole e corridoi verdi che favoriranno ritenzione, infiltrazione, depurazione delle acque, riduzione di polveri e inquinanti dell’aria, ombreggiamento e mitigazione delle isole di calore, generando un microclima attrattivo e di benessere per il cittadino, e i preziosi e gratuiti servizi ecosistemici, anche culturali.
E se nei cortili urbani anche noi mettessimo Natura invece che altra edilizia e cemento come accaduto a Milano ? ”.