Intervento conservativo sul tiglio di Isola San Biagio di Montemonaco

Intervento conservativo sul tiglio di Isola San Biagio di Montemonaco

L’albero presentava un’ampia ferita nel tronco

In questi giorni sono stati completati gli interventi di risanamento sul tiglio di Isola di San Biagio, frazione del comune di Montemonaco. “L’operazione di salvataggio”, sollecitata dal sindaco del Comune Vittorio Sansonetti che ha coinvolto gli assessorati provinciali all’Ambiente e Agricoltura, è stata condotta con tecniche innovative ed ha riguardato un esemplare monumentale di “tilia cordata”, vero e proprio “patriarca verde”, di età stimata intorno a 400 anni, alto circa 20 metri e con una circonferenza del fusto di ben 4 metri.
L’intervento di risanamento dell’albero, che presentava un’ampia ferita nel tronco e aveva perso, a causa della forza del vento, due grandi branche, causando danni anche ad un’abitazione, si è reso necessario per la situazione di rischio causata dallo schianto delle due branche e per la presenza di funghi agenti di una malattia denominata “carie del legno”che ne stava minando la sopravvivenza.
L’opera di salvataggio, assistita dall’agronomo provinciale Egea Latini e dal tecnico comunale di Montemoco, è stato effettuata dalla ditta Palombini Giovanni di Nereto, specializzata nelle operazioni di potatura degli alberi monumentali, che ha utilizzato una piattaforma mobile e tecniche di “tree clymbing” sotto la direzione dall’agronomo Buongarzoni che ha effettuato le analisi di stabilità.
«L’urgenza di mettere in sicurezza la zona è stato l’obiettivo principale che volevamo raggiungere - ha commentato il sindaco Sansonetti - pertanto mi sono attivato presso gli enti competenti per restituire nel più breve tempo possibile alla popolazione della frazione di Isola San Biagio l’area su cui insiste la chioma monumentale».
«Si è concordato per un intervento di tipo conservativo previo controllo strumentale della stabilità dell’albero - ha spiegato l’assessore provinciale all’Ambiente Massimo Marcaccio - effettuando un taglio di ritorno su tutti i rami in modo da conservare la caratteristica architettura della pianta favorendo, nel contempo, un equilibrio chioma-radici più vantaggioso per la pianta, aprendola alla luce e all’aria. Quindi – ha proseguito l’assessore – è stato eseguito l’ancoraggio della branca mediante tiranti calibrati in base al suo peso per evitare il rischio di caduta».
«Gli alberi monumentali, così come i manufatti, ci parlano della nostra storia e del nostro territorio e meritano attenzione conservativa, affinché non vada persa la nostra stessa identità culturale - ha dichiarato l’assessore provinciale all’Agricoltura Avelio Marini - è chiaro che trattandosi di “esseri viventi” portano dentro il segno dell’inesorabile trascorrere del tempo ed hanno bisogno di un costante monitoraggio e cura per garantirne la sopravvivenza».