Benigni: «E' in ogni caso un episodio da condannare, qualunque ne sia la matrice»
Un episodio sul quale ora indagano la polizia e la scientifica. Le minacce erano state fatte anche alla famiglia del funzionario. Per quersto motivo la Questura ha provveduto ad allontanare dalla città, assegnando un servizio di vigilanza personale a Re. Il recapito della busta con i proiettili risale a circa venti ventina di giorni fa. Le indagini riguardano in particolar modo gli ambienti della tifoseria ultras dell'Ascoli calcio, che si era ripetutamente distinta per insulti e minacce al dirigente, spesso in servizio presso lo stadio Del Duca. Già un mese e mezzo fa la moglie di Re era stata minacciata dai alcuni sconosciuti, che da un'auto in transito avevano finto di lanciare un oggetto contro di lei e il figlio piccolo in carrozzina, per poi dileguarsi. Anche recentemente erano comparse alcune scritte contro il dirigente della Digos all'esterno di un edificio nei pressi della stazione ferroviaria.
«Non so se quanto accaduto al capo della Digos Ciro Re sia riconducibile o meno all'ambito calcistico - spiega il presidente dell'Ascoli Roberto Benigni - e in particolare della tifoseria bianconera, ma è in ogni caso un episodio da condannare, qualunque ne sia la matrice». Anche lo steso Benigni, in passato, è stato oggetto di una simile campagna di minacce, culminata in una bomba carta fatta esplodere da ignoti nel giardino della sua villa. «Le istituzioni vanno rispettate, sempre - sottolinea Benigni - ed episodi del genere non devono accadere. Il dottor Re ha tutta la mia solidarietà e quella dell'Ascoli calcio».
«Le indagini si muovono in tutte le direzioni, compresa quella della tifoseria dell'Ascoli, che già in passato si era distinta per episodi incresciosi contro esponenti delle forze dell'ordine, me compreso». E' il commento di Ciro Re. «Ho preferito portare a Napoli mia moglie e i due bambini - spiega Re - per poter lavorare sapendo che loro sono al sicuro, ed essere più sereno, ma è chiaro che chiunque sia stato a minacciarci è andato oltre. Dopo gli incidenti in occasione delle partite dell'Ascoli con la Salernitana, Juventus e il Modena, la Questura adottò provvedimenti di divieto di ingresso nei luoghi di incontri sportivi, certamente doverosi - sottolinea Re - a seguire, molti di noi poliziotti finirono con tanto di nome e cognome al centro di scritte minacciose comparse in vari luoghi della città. Il lavoro del mio ufficio - afferma il dirigente - riguarda molti ambiti, come il mondo degli extracomunitari, il terrorismo e altro, ma è chiaro che lavoriamo molto sulle compagini ultras dell'Ascoli e delle altre squadre che vengono a giocare allo stadio Del Duca».