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Co-co-co da AnnoZero, per la Regione nessun problema
L'ex dipendente si dice serena e vuole essere ascoltata per spiegare bene la sua versione
Questo il messaggio più importante diramato dalla Regione nella seduta svolta oggi a porte chiuse sul caso della precaria Cristina Corradetti. La ragazza che lo scorso 14 giugno, nella trasmissione tv AnnoZero ha deunciato di essere stata impiegata dall'assessorato dalla quale dipendeva per attività legate alla campagna elettorale. In un primo momento, dopo la trasmissione, i commenti erano tutti sfavorevoli alla donna, anche perchè l'assessore non si candidò a quelle elezioni regionali del 2005.
In seguito l'ex dipendente precaria ha comunicato, attraverso il suo legale, che le attività di campagna elettorale, in effetti, non coinvolsero l'assessore Secchiaroli in prima persona, ma denunciava comunque «un uso privatistico della res publica». Per l'assessore al personale Giaccaglia «Corradetti nel corso del rapporto con l'Agenzia regionale sanitaria non avrebbe svolto regolarmente il suo lavoro e che il direttore dell'Agenzia l'aveva per questo diffidata. Un atto - ha contunuato Giaccaglia -, al quale la ex dipendente rispose con una lettera del suo legale in cui si diceva che la ragazza aveva "regolarmente e diligentemente" prestato la propria opera»
Eppure non mancano le voci contrarie. Franca Romagnoli si dichiara «del tutto insoddisfatta» dalle comunicazioni svolte dall'assessore Gianni Giaccaglia, «che in presenza di un procedimento penale aperto dalla procura di Ancona, dovevano essere più caute». Secondo l'esponente di An, sono «tante le concomitanze da accertare, come la 'ripresa' del lavoro proprio e specifico del gruppo del centro documentazione dell'Agenzia regionale sanitaria (del quale faceva parte la Corradetti, ndr) il 15 marzo, e cioé - sottolinea - a candidature regionali ormai definite». O ancora - prosegue - "la caduta in disgrazia della Corradetti risalente proprio a quel periodo, dopo encomi e pubblicazioni della stessa anche nei famigerati 'Quaderni Salute', oggetto presunto delle spedizioni", che, stando a quanto sostiene la ex co. co. co., sarebbero state fatte a fini elettoralistici.Al termine del contratto (nel dicembre 2005) il rapporto di lavoro venne risolto, come pure accadde nel caso di altri dieci precari, con regolare corresponsione del compenso. Quanto al merito della denuncia in tv della Corradetti, Giaccaglia si è richiamato al contenuto della lettera del legale della ex dipendente, per osservare che "risulta semmai il contrario". "Non si è in grado di accertare - ha continuato - il grado di attendibilità di quanto affermato dalla Corradetti agli organi televisivi e di stampa. Tali dichiarazioni risultano infatti diametralmente contrarie a quanto da lei categoricamente affermato per iscritto al fine di ottenere la corresponsione della retribuzione". "Le dichiarazioni rilasciate a due anni di distanza - ha notato ancora Giaccaglia - sono state pubblicamente smentite da Secchiaroli anche mediante iniziative penali.
L'amministrazione non ha compiti o poteri inquisitori, né può assumerli", ma "dagli atti risultano circostanze del tutto diverse da quelle riferite dalla Corradetti". "E' perciò necessario - ha aggiunto - che l'amministrazione resti in attesa degli esiti delle indagini volte ad acclarare la veridicità di quanto asserito e ad enucleare eventuali responsabilità; soltanto allora sarà possibile valutare quali azioni dovranno essere intraprese a tutela della Regione" ha concluso Giaccaglia. Sottolineando che "nella vicenda appaiono aver subito un danno l'Agenzia sanitaria regionale e la Regione attraverso l'erogazione di una remunerazione per prestazioni lavorative che la Corradetti, a distanza di due anni, smentendo se stessa e il suo legale afferma di non aver svolto".