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Feto trafitto durante l'amniocentesi, ginecologa alla sbarra
Il perito della difesa giustifica con un movimento improvviso del feto la perforazione
utilizzato da una ginecologa per il prelievo di liquido amniotico durante l'amniocentesi effettuata al 'Salesi'. Il processo ruota attorno alla eventuale presenza di imprudenza, imperizia o negligenza del medico nell'esecuzione dell'esame che già presenta rischi di abortività del 0,5-1%. La causa della morte, ha spiegato davanti al giudice Carlo Cimini, il consulente medico legale del pm Franco Celi che
eseguì l'autopsia, è stata un'insufficienza cardiaca dovuta a tamponamento del cuore causato da emopericardio ed emotorace da perforamento. L'ago penetrò accidentalmente organi vitali del
feto, causandone il decesso in pochi istanti. Fatto confermato dall'altro consulente dell'accusa, Franco Pomili, ginecologo dell'ospedale di Perugia, che ha però sottolineato di non poter affermare né escludere responsabilità penale dell'imputata. Sulla tecnica di amniocentesi usata - previo esame ecografico -, Pomili ha rilevato come fosse la stessa di molte altre strutture. Mentre l'amniocentesi ecoguidata (seguita passo passo da ecografia), ha aggiunto, era possibile nel 2002, ma venne
consigliata da linee guida solo dal 2003. Dalla letteratura scientifica, ha detto Pomili, non risultano sensibili differenze di rischio d'aborto tra le due diverse modalità operative. Nel 2002, ha ricordato la ginecologa Giovanna Magiera, al Salesi non si eseguiva di prassi l'amniocentesi con ecografia continua, ma solo in casi a rischio e quella con sonda non era disponibile. Per la difesa, rappresentata dall'avv. Alessandro Scaloni, il consulente Giancarlo Di Renzo ha spiegato come non fosse
possibile che il feto fosse stato trafitto durante il primo inserimento perché il liquido amniotico estratto era chiaro. In altra circostanza, ha spiegato, ci sarebbe stato sangue. L'esperto ha ipotizzato che la perforazione potrebbe essere avvenuta per un movimento improvviso del feto durante l'esame.
L'ecografia bidimensionale, ha rilevato l'esperto, ha una visione ridotta rispetto alla tridimensionale. La parte civile é costituita tramite l'avv. Daniela Lucaioli. Il processo proseguirà il 20 luglio prossimo.