Analizzata la proposta trasmessa da codesta Direzione alle OO.SS. del comparto e della dirigenza, siamo con la presente a fornire le nostre osservazioni al testo prodotto seppure, in premessa, non possiamo esimerci dal rappresentare che, visti gli sviluppi degli ultimi giorni e la dipartita prossima della Direttrice Generale, riteniamo del tutto inopportuna la scelta di procedere alla formalizzazione dell’Atto stesso, essendo questo dirimente per il prosieguo dell’attività dell’Azienda Sanitaria Territoriale e, per i contenuti di merito, totalmente stravolgente l’attuale assetto dell’Amministrazione.
E’ evidente infatti che tale atto, nel porre le basi per una totale ristrutturazione dell’organizzazione, presuppone l’impegno costante della Direzione che lo ha pensato ed essendo la Dottoressa Natalini pronta a lasciare l’incarico, è assolutamente inopportuna l’approvazione del documento dalla stessa prodotto.
Chiediamo dunque all’attuale Direttrice Generale di essere coerente con la scelta operata di dimettersi e di lasciare a chi dopo di lei sarà chiamato a guidare codesta Azienda Sanitaria, l’onere di progettare la futura organizzazione di codesta Amministrazione senza che debba trovarsi a portare avanti un progetto altrui, probabilmente non condiviso, con le devastanti ricadute sui servizi sanitari per il territorio.
Fatta questa dovuta considerazione, che auspichiamo venga accolta senza indugi, entriamo di seguito nel merito delle scelte operate nella stesura del documento.
In primis rileviamo che il confronto con le OO.SS. sarebbe stato opportuno effettuarlo preliminarmente alla redazione della proposta in virtù del loro ruolo di rappresentanza dei professionisti della salute e dunque di coloro che, operativamente, erogano le prestazioni per conto dell’Azienda. La scelta di raccogliere dunque le varie considerazioni solo a posteriori, rimarca la carenza di relazioni sindacali sostanziali oltreché formali, in controtendenza rispetto a quanto enunciato nell’Atto stesso.
Venendo al merito del documento, non possiamo non rilevare la totale astrattezza dell’organizzazione ivi prevista, composta esclusivamente da una macrostruttura gerarchica accompagnata dalla descrizione dei valori che definiscono la mission dell’AST.
In nessun punto si ravvede invece, come pure volevano le linee guida regionali, gli obiettivi di salute tra i quali la garanzia dei LEA e l’ottimale utilizzo delle risorse. A ben vedere infatti “l’effettiva adeguatezza dell'assetto organizzativo rapportata ai servizi da erogare tenendo conto delle peculiarità territoriali” non emerge affatto dalla proposta di Atto che rimane vago, non definito, privo di un’analisi reale delle esigenze del territorio e delle risposte che l’AST intende fornire.
Un’”analisi di contesto” che, come indicato al punto 2.2 delle linee regionali emesse il 9 agosto scorso, contenga “l’identificazione del fabbisogno di prestazioni sanitarie espresso dalla popolazione presente nel corrispondente territorio di riferimento” sulla base del “consumo delle diverse tipologie di prestazioni sanitarie”, “degli accessi in pronto soccorso” e “della distribuzione spaziale della domanda” avrebbe dovuto essere alla base di un Atto di organizzazione di tale portata che, invero, risulta del tutto privo dei contenuti propri di un documento programmatico e rischia invece di determinare, per il territorio, più disservizi che altro.
Più volte negli indirizzi e criteri regionali, come appresso riportato, si torna sul fabbisogno dei servizi in rapporto al fabbisogno di personale e di risorse, ma nel testo prodotto da codesta Direzione non si ravvede affatto tale analisi:
- “Nella predisposizione degli Atti aziendali non si potrà prescindere da una puntuale analisi delle attività assistenziali erogate all’interno dell’Ente e delle professionalità disponibili anche mediante la mappatura delle prestazioni, con evidenziazione del dimensionamento dei volumi ottimali, e dei servizi in essere nonché delle prospettive di sviluppo e di ottimizzazione, integrate con specifici programmi formativi. Ciò risulta infatti essenziale per la definizione, a livello regionale, di reti di specialità, declinate per patologia.”
- “Gli Atti aziendali dovranno definire le regole e le strategie di organizzazione interna finalizzate all'ottimizzazione del funzionamento degli Enti, in ottemperanza al Piano Socio Sanitario Regionale, con particolare riguardo all'appropriatezza delle prestazioni erogate e alla corretta determinazione del fabbisogno di personale.”
- “[…] la definizione degli assetti organizzativi gli Enti interessati deve prevedere la corretta determinazione del fabbisogno del personale, comprensivo anche del personale universitario, cioè delle risorse umane a vario titolo presenti e necessarie per sostenere l’organizzazione prospettata e per mettere in atto le strategie previste.”
Quelli soprarichiamati sono solo alcuni dei passaggi in cui, con tutta evidenza, la Regione esprime la necessità di definire negli Atti Aziendali il dimensionamento dei servizi, la loro dislocazione territoriale ed il fabbisogno di personale e di risorse necessari per l’erogazione del servizio sanitario. Ma di tutto ciò, nel documento proposto, non vi è alcuna traccia.
Alla luce di quanto sopra, riteniamo che la proposta di Atto Aziendale, nella sua impostazione generale, manchi totalmente nell‘obiettivo di strutturare la futura organizzazione dell’AST di Ascoli Piceno.
Altro aspetto indubbiamente rilevante, di cui monitoreremo certamente gli iter amministrativi, è la scelta di accorpare alcuni incarichi dirigenziali i quali, evidentemente, dovranno essere nuovamente oggetto di concorso non potendo essere la Direzione Generale, su propria valutazione discrezionale, a scegliere caso per caso chi manterrà l’incarico e chi no.
Allo stesso modo, valutato che la disposizione transitoria per la nomina dei Capo Dipartimento risulta in contrasto con la regolamentazione vigente, se ne chiede la cancellazione immediata.
Entrando poi nel merito delle scelte operate nella costituzione dei Dipartimenti, riteniamo imprescindibile osservare quanto di seguito specificato.
- Dipartimento della Salute Mentale e delle Dipendenze patologiche:
La proposta, in controtendenza con quelle delle altre Aziende, intende accorpare Il Dipartimento di Salute Mentale con quello delle Dipendenze Patologiche, ma tale scelta non tiene minimamente conto della DGR. 747 del 2004 “Atto di Riordino dei Sistemi regionali dei servizi per le Dipendenze Patologiche” della Regione Marche, una riforma nata proprio per dare ordine al SSR ispirato ad un sistema che favorisca il principio di integrazione socio sanitaria sviluppata sulla base di una forte collaborazione del Dipartimento con gli Enti del Terzo Settore, gli Ambiti Territoriali Sociali e le Associazioni, per restituire al territorio un
servizio socio sanitario etico, che segue il concetto di integrazione e di equità, che oltre a
garantire l’integrazione sociale e sanitaria, vede coinvolte anche le persone e le loro
famiglie.
Questa proposta di riorganizzazione dunque non rispetta la normativa regionale, poiché non tiene conto né della DGR. 747 né della DGR. 1534 del 2013 che, ad integrazione della precedente, ha costituito i Comitati di Dipartimento delle Dipendenze Patologiche quali organi decisionali di programmazione, di coordinamento e di indirizzo tra pubblico e privato.
La stessa Delibera risponde a criteri di “equità Aziendale” nel prendere in considerazione la popolazione presente per territorio nelle singole AST, intende mettere in risalto la complessità dei DDP e dei costanti mutamenti del fenomeno delle Dipendenze ed è spinta da logiche che tengono conto delle diversità presenti nella Regione Marche.
A nostro avviso dunque la proposta di atto aziendale, che vuole una serie di accorpamenti tra Dipartimenti diversi, mette seriamente in discussione, distruggendolo, il lavoro svolto in questi anni sul territorio, riducendo il Dipartimento Dipendenze Patologiche ad un mero “Sportello della Psichiatria”.
Nel documento in parola, non si ravvede poi cenno alcuno alle Cure Tutelari attualmente in capo al Dipartimento del Territorio, così come al Centro Regionale per l’Autismo per l’Età Adulta, costituito con DGR 993 nel 2017 sulla base di quanto sancito all’art. 4 della L.R. 25/2014, che rappresenta il punto di riferimento specialistico regionale, in stretto collegamento con il Centro Regionale Autismo per l’età evolutiva dell’AST di Pesaro Urbino,
e si identifica con la sede UMEA (Unità Multidisciplinare Età Adulta) di San Benedetto del Tronto. Nella proposta di atto, a parte un breve cenno all’autismo nell’età adulta presente nella descrizione del Dipartimento della Salute Mentale e delle Dipendenze patologiche, il suddetto Centro non viene per nulla menzionato né previsto nell’organigramma sebbene, al riguardo, le linee di indirizzo regionali per la stesura degli Atti Aziendali ne fanno esplicito riferimento, indicandone addirittura il potenziamento. Non di meno, la sua mancanza all’interno dell’organizzazione aziendale risulta del tutto in violazione al Piano Socio Sanitario della Regione Marche.
Lo stesso Dipartimento Salute della Regione Marche, d’altronde, ha recentemente confermato con una circolare che “Il ruolo dei due Centri (di Ascoli Piceno e Pesaro Urbino) si è consolidato negli anni, sino a diventare centri di eccellenza a livello anche nazionale, che ha permesso di consolidare la rete territoriale e una formazione altamente specializzata e costante degli operatori del settore”. Ha altresì comunicato alle AST neo costituite, che “risulta di fondamentale importanza la conferma del loro ruolo di centri regionali”.
La recentissima DGR 54 dello scorso 27 gennaio sancisce, addirittura, che la quota incrementale del tetto di spesa per il personale prevista nella deliber a stessa debba essere finalizzata, tra gli altri, “al potenziamento […] dei Centri per l’Autismo, l’età evolutiva e l’età adulta,”.
Non da ultimo, rileviamo che l’accorpamento dei due Dipartimenti di Salute Mentale e di Dipendenze Patologiche, si pone in contrasto con le linee di indirizzo regionali, le quali spendono particolare attenzione per i due Dipartimenti che dovrebbero dunque assumere un ruolo strategico per l’attività del Territorio e vengono invece, con la scelta di codesta Direzione, sviliti ed accorpati a meri fini di risparmio e depauperamento del servizio.
- Dipartimento territoriale:
Nel ribadire le considerazioni già fatte per quel che riguarda le Cure Tutelari per le quali non si spendono parole nel testo proposto, ravvediamo una vaghezza di intenti anche rispetto all’Ospedale di Comunità ed alla Casa della Salute, mai menzionate nella descrizione del Dipartimento né indicate nell’organigramma allegato.
Evidenziamo altresì che, per quanto riguarda il Servizio Sociale Professionale posto a diretto controllo della Direzione Socio Sanitaria, risulta illegittima la scelta di svincolarlo dalla Direzione Medica di Presidio in cui invece dovrebbe essere incardinato il Servizio Sociale Ospedaliero come previsto dall’attuale normativa e dagli atti aziendali delle altre AST anche al fine di rendere un servizio dignitoso ai pazienti ricoverati nonché ai familiari stessi.
- Dipartimento Emergenza Urgenza:
Preoccupa fortemente la scelta, presente nella proposta, di elidere la Medicina d’Emergenza Urgenza dalle UU.OO.CC. di Pronto Soccorso adducendo che la stessa sarebbe desumibile dall’asterisco riportato nello schema conclusivo, perché rappresentativo di PL.
E’ evidente che il dimensionamento di queste unità operative e dei relativi posti letto è fondamentale per valutare la liceità delle scelte operate e comprendere appieno se la
normativa, nazionale e regionale, venga rispettata.
Anche in questo Dipartimento assistiamo all’accorpamento di alcune unità operative complesse, con la costituzione di un’unica UOC di Anestesia e Rianimazione.
- Dipartimento Chirurgico
Oltre a perdere alcune strutture come l’Ortopedia con temibili ricadute sull’organizzazione delle Guardie Dipartimentali il cui rischio, invero, ricorre spesso nelle scelte operate sui vari Dipartimenti, non si ravvede traccia alcuna della Brest Unit, sebbene negli anni abbia prodotto risultati eccellenti per il territorio.
- Dipartimento Materno Infantile Transmurale
La scelta sembra essere quella di un totale disinvestimento per il Dipartimento, depotenziando da un lato il punto nascite di Ascoli che perde la struttura complessa e, dall’altro, la Pediatria di San Benedetto che perde la UOSD.
- Dipartimento Medico e Specialistico:
Nel prevedere una nuova UOC “Ad alta intensità assistenziale internistica” la cui necessità non emerge in alcun modo chiara dal documento, si rivoluziona il Dipartimento sottraendogli Diabetologia, Neurologia e Geriatria che finiscono nel Dipartimento orto-neuro-motorio-riabilitativo transmurale, anche in questo caso con importanti rischi per la tenuta delle Guardie Dipartimentali.
Si sopprime l’attuale UOSD di Gastroenterologia per creare una nuova UOC di Malattie dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva ad Ascoli. Sempre ad Ascoli, si sopprime la UOSD di Malattie Infettive che, viste anche le recenti ondate pandemiche, era risultata di fondamentale importanza tanto da determinare la ristrutturazione della struttura presso la palazzina B del Mazzoni il cui utilizzo, una volta ricollocato l’OSCO, resta incerto.
- Area tecnico-amministrativa:
Riteniamo opportuno che il Dipartimento Amministrativo venga inserito e previsto come in tutti gli altri atti aziendali delle altre Aziende Sanitarie delle Marche compreso l’Azienda Ospedaliera, così come previsto dalle linee guida regionali della L.R. n. 19/2022.
Riscontriamo inoltre che nell’Area ATL sono state frazionate e spostate da una UOC all’altra alcune delle competenze, funzioni, obiettivi, in capo agli incarichi di funzione del comparto già assegnati e determinati con apposita contrattazione collettiva.
La riorganizzazione con l’Atto Aziendale non può prescindere dalle disposizioni transitorie dell’art. 47 comma 9 della L.R. n. 19/2022 e pertanto non si può distorcere quanto contrattato in precedenza, anche perché dal 01/01/2023 giorno di istituzione delle AST, nella nostra realtà territoriale si sono già avvicendati ben quattro Direzioni e siamo prossimi alla quinta.
Tali avvicendamenti hanno portato rallentamenti istituzionali ed in particolare l’attività amministrativa è quella che ne ha risentito maggiormente, avendo le AST riassorbito le varie competenze amministrative afferenti all’ASUR.
Se davvero si rendesse necessario, tuttavia, integrare le funzioni amministrative all’interno delle varie UOC, sarebbe giusto e corretto effettuarle nei modi e nei tempi consoni e rispettosi delle norme. Pertanto si chiede di revisionare tali contenuti riferiti a specifiche funzioni, allineandosi agli altri atti aziendali, oppure di riportare tali competenze all’interno delle UOC dell’Area ATL dove afferiscono gli incarichi di funzione già in essere, al fine di evitare così criticità nell’organizzazione aziendale già in atto, oltre a disattendere i principi di economicità, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa che sono i principi cardine dell’atto aziendale.
In definitiva, valutato tutto quanto sopra descritto rispetto alla proposta di Atto Aziendale di codesta Direzione, chiediamo, in prima istanza, la revoca della proposta stessa anche in considerazione della cessazione dell’incarico in capo alla Direttrice Generale.
In secundis, chiediamo che, in ogni caso, venga effettuata una importante e sostanziale modifica dell’assetto proposto, a beneficio del mantenimento dei LEA e dei LEPS per il territorio piceno.
Ascoli Piceno, lì 29 gennaio 2025
FP CGIL CISL FP NURSING-UP FIALS USB
f.to V.Rossi G.Cipollini R.Tassi F. Menzietti M.Giuliani