«Ho attaccato il sistema e mi hanno sbattuta fuori»

«Ho attaccato il sistema e mi hanno sbattuta fuori»

Assunta in Regione svolgeva mansioni relative alla campagna elettorale

Ieri, durante la trasmissione di Raidue AnnoZero, ha detto di essere stata impiegata, durante le ore di lavoro, da un ex assessore regionale ai servizi sociali in mansioni relative alla campagna elettorale per le regionali del 2005. «In considerazione del fatto che questa vicenda non era assolutamente nota - ha affermato stamani l'attuale presidente delle Marche Gian Mario Spacca, rispondendo ai giornalisti a margine di un convegno - nella giunta svoltasi stamani abbiamo disposto un approfondimento attraverso il nostro Servizio del personale, per ricostruire quanto accaduto e valutare gli opportuni provvedimenti». Nel corso della trasmissione di Michele Santoro, Cristina Corradetti non ha mai fatto il nome dell'assessore in questione, che è Marcello Secchiaroli, dei Ds.  
Adesso la procura della Repubblica di Ancona chiederà alla Rai di acquisire il filmato della puntata di ieri della trasmissione per valutare se vi siano estremi di reati perseguibili d'ufficio dopo la denuncia di Cristina Corradetti. Il procuratore capo Vincenzo Luzi incaricherà degli accertamenti il sostituto di turno, che probabilmente sentirà anche la giovane.
Cristina Corradetti ha 32 anni, abita a Fermo ed  ha una laurea in lettere classiche. Secondo la sua versione non avrebbe ottenuto il rinnovo del contratto in Regione, perché si lamentò «di quell'incarico improprio, esulante dalle mie mansioni». La ragazza aveva ottenuto un impiego come collaboratrice coordinata e continuativa presso il Centro documentazione infanzia dell'Agenzia regionale sanitaria il 15 ottobre 2004. Inoltre, seguiva un progetto di ricerca sul servizio civile regionale, ma «due mesi prima delle elezioni del 2005, io e altri colleghi dello staff siamo stati messi a imbustare e spedire quaderni informativi sull'attività dell'assessorato ai servizi sociali; resoconti pubblicitari del lavoro svolto dall'assessorato su temi come la disabilità, le dipendenze, e così via».
«Il centro informatico regionale stampava le etichette con gli indirizzi dei potenziali elettori cui inviare il materiale, e noi spedivamo. Devo credere - ha puntalizzato Cristina - che l'assessore fosse al corrente di quanto avveniva. Ero sconcertata da tutto questo, mi sono lamentata con i compagni di lavoro, e mi hanno mandato a chiamare dalla segreteria, per dirmi che dovevo avere pazienza, che poi, se le elezioni fossero andate bene, ci avrebbero assunto». In seguito allora direttore dell'Ars le arrivò una lettera di diffida ad adempiere i suoi compiti: «di fatto, un preavviso di licenziamento». La Corradetti decise allora di rivolgersi ad un avvocato, e la diffida venne ritirata. «Mi chiesero perfino - sostiene lei - di non andare più a lavorare, e so di colleghi che furono 'distaccati' a Pesaro, la città dell'assessore, nella sede dei Ds, per fare campagna per le elezioni». Il contratto arrivò a scandenza il 31 dicembre 2005 ma non venne mai rinnovato. Finora Cristina non si è rivolta alla magistratura, ma è pronta a testimoniare, se ci sarà un'indagine. «Psicologicamente - racconta - mi sono salvata seguendo un Master a Urbino con Ilvo Diamanti, e mi preparo a frequentare la scuola specializzazione per l'insegnamento, la Sis, ma quelle risposte le aspetto ancora».   
«La mia denuncia é stata dolorosa - ha detto Cristina Corradetti - ma ho fatto bene ad andare in tv: avevo attaccato il sistema, la 'casta', e il sistema mi ha sbattuto fuori. Gli altri 11 precari assunti come me presso l'Agenzia regionale sanitaria sono stati tutti stabilizzati, io no, e aspetto ancora una spiegazione dai sindacati».

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