L'anno scorso il fatto di sangue ha sconvolto San Severino. Delitto passionale?
Dinanzi alla Corte d'Assise di Macerata è ripreso oggi il processo. I fatti risalgono appunto al 26 febbraio scorso, a San Severino Marche. La Rana era fidanzato con Tania Sedova, la badante rumena della madre di Morelli, e quest'ultimo fu ucciso con diverse coltellate. Tuttavia Morelli risiedeva in Svizzera per lavoro e ogni volta che tornava a San Severino per trovare la madre avrebbe tentato, secondo la convinzione di La Rana, di sedurre la Sedova. Da qui il litigio, l'accoltellamento e quindi il tentativo di far scomparire il cadavere, bruciato e abbandonato in campagna.
Nell'udienza di stamane, il perito dell'accusa, Adriano Tagliabracci ha riferito sulle due coltellate inferte al torace del Morelli (una mortale che ha toccato il cuore), e su altri particolari della autopsia per stabilire il tempo intercorso tra la morte dell'uomo e il rogo per bruciare il cadavere. Tagliabracci ha inoltre raccontato di avere riscontrato sul volto di Morelli dei tagli perpendicolari, forse inferti da una vanga. Sempre oggi, è stato sentito il perito della difesa, prof. Piergiorgio Fedeli, che si è soffermato sulla quantità di fumo presente nei polmoni della vittima. Il legale di La Rana, avv. Federico Valori, ha chiesto al perito se la presenza di questi residui potesse essere stata determinata anche dal lavotro di meccanico svolto in passato da Morelli o comunque dal fatto che fosse un accanito fumatore.
Al termine dell'interrogatorio dei due periti, si è deciso di rinunciare a sentire quello della parte civile. L'udienza è stata rinviata al 18 luglio.