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Minacce e intimidazioni continue alle donne dellAgos
La situazione è peggiorata quando alcuni lavoratori si sono iscritti al Sindacato
Chiedono questo i lavoratori dell'Agos di Venarotta, che ormai da mesi sono costretti a sopportare minacce ed intimidazioni di ogni genere perpetrati nei loro confronti dal datore di lavoro. Una situazione insostenibile, un clima irrespirabile che i dipendenti denunciano con forza perché si sentono lesi profondamente come persone e come lavoratori onesti ed infaticabili che pur non risparmiandosi mai, si vedono quotidianamente denigrati con ingiurie e ignominie di ogni tipo. La piccola azienda tessile ascolana dà lavoro a 75 dipendenti, la maggior parte donne che sono diventate oggetto continuo di scherno, e ripetute offese verbali . Il gentil sesso dunque è ancora una volta oggetto di violenze psicologiche, perché più facilmente attaccabile da imprenditori che conoscendo benissimo situazioni di disagio familiare (non tutte possono permettersi il lusso di licenziarsi e trovare un altro lavoro) approfittano del bisogno di lavorare delle donne per denigrare e offendere. Una situazione da un lato inspiegabile, perché al momento non sono in corso vertenze per motivi contrattuali od organizzativi con la proprietà, che potrebbero aver logorato i rapporti aziendali, e dall'altro vergognosa poiché si è accentuata negli ultimi 4 mesi, in concomitanza, denunciano i lavoratori, con l'iscrizione di alcuni dipendenti ai sindacati locali. L'adesione, sacrosanto diritto sancito dallo Statuto dei lavoratori, ha suscitato una reazione forte da parte del titolare dell’azienda tessile. La situazione è degenerata al punto che le dipendenti hanno voluto rendere pubblico quanto accade all'interno dello stabilimento per chiedere maggiore rispetto, e un sostegno esterno che possa riportare serenità. Elemento imprescindibile per continuare ad operare anche nell'interesse del datore stesso (è noto a tutti che se si lavora in un clima tranquillo la produttività aumenti) ma soprattutto per evitare che sorgano nel futuro inutili tragedie che potrebbero verificarsi a causa della rabbia accumulata nei mesi e dal desiderio di riscatto che cova negli animi dei lavoratori».