Provincia, perchè non rilanciare il settore lana?

Provincia, perchè non rilanciare il settore lana?

Marini: «Occorre ricostituire una filiera cioè un percorso definito»

Vi hanno preso parte, su invito del Presidente della Provincia piemontese Sergio Scaramal, il presidente della Provincia di Ascoli Massimo Rossi, in qualità di responsabile ambiente dell’Unione delle Province d’Italia, e l’assessore all’agricoltura Avelio Marini. A completare la delegazione picena Fabio Lupi, dell’associazione degli allevatori della Provincia.
Il problema che si è affrontato nell’incontro è comune a tutte le realtà dove l’allevamento ovino è un’importante componente dell’economia agricola e pastorale (la Provincia di Ascoli conta circa 40.000 capi e 138 aziende operanti nel settore): oggi per gli operatori la lana è solo un costo, trattato addirittura come un rifiuto speciale. E questo perché si preferisce importare la materia prima grazie ai costi ridotti, tagliando fuori dal mercato le nostre aziende che si orientano oramai sulla carne e sul latte.
«Eppure abbiamo un patrimonio di altissima qualità – ha detto l’assessore Marini nel suo intervento -  anche da alcune qualità di animali dei nostri Sibillini si ricavano tessuti di ottimo livello, che nulla hanno da invidiare ai rinomati cachemire. Occorre però anche in questo settore, come per tanti altri prodotti della nostra terra, ricostituire una filiera, cioè un percorso definito che assicuri redditività all’allevamento, anche grazie alla tecnologia che offre oggi un utilizzo diversificato della materia».
In effetti al convegno hanno preso parte numerosi produttori di filati ma anche aziende che operano nel campo della ristrutturazione edilizia e della bioarchitettura. I primi hanno ribadito che esistono le condizioni di mercato per ridare forza ad un prodotto nostrano di elevata qualità, certificato sin dalle origini. I secondi hanno ricordato che la lana, materia prima rinnovabile e riciclabile, si presta ad altri utilizzi, ad esempio per il riscaldamento nel settore civile. I materiali isolanti che contengono fibre naturali come la lana possono infatti ridurre i consumi energetici fino al 10 per cento. Inoltre, grazie alla sua particolare microstruttura, la lana di pecora è un’ottima e naturale alternativa alle fibre minerali per l’isolamento termico ed acustico.
«Naturalmente per rilanciare questo settore è necessario il sostegno delle istituzioni – ha ricordato il vicepresidente UPI Massimo Rossi – la prossima Finanziaria dovrà prevedere misure in questa direzione e l’Unione delle Province italiane farà la sua parte nel sostenere questa richiesta. Dall’altro lato occorre creare una cabina di regia che metta insieme produttori e utilizzatori della lana e valorizzi il prodotto attraverso strategie commerciali e di marketing che ne esaltino la naturalità, la sostenibilità ambientale, la versatilità. Ritengo che anche su questo fronte le Province maggiormente interessate (la nostra e quella di Biella, ad esempio, ma anche realtà come quella sarda o quella di Prato) possono svolgere un ruolo determinante».