Le denunce di Malattia Professionale protocollate dall’Inail nel 1° trimestre del 2023 sono state 18.164, 3.647 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+25,1%).
L’aumento riguarda tutte le gestioni mentre l’incremento maggiore delle denunce, a livello territoriale, riguarda il Centro del Paese con il 31,4%.
In ottica di genere le denunce di malattia professionale per gli uomini sono 13.191 mentre le donne passano da 3.700 a 4.973 (+34,4%).
Sono denunce prevalentemente di lavoratori italiani con una crescita del 23,9%; anche se significativamente in termini percentuali quelle degli extracomunitari crescono del 56,2% poiché passano da a 666 a 1.040.
La crescita sullo stesso periodo dell’anno precedente è stata di 482 denunce ovvero del 10,14%.
Il 69% delle denunce sono di uomini di cui il 91% italiani; oltre il 90% della Gestione Industria e Servizi.
Nella Provincia di Ascoli Piceno si registrano 239 denunce rispetto alle 178 dell’analogo periodo del 2022, ovvero una crescita del 34.3%.
La fascia d’età dei lavoratori interessati è quella che va dai 45 ai 65 anni. 60% uomini e prevalentemente italiani.
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo trimestre del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio e dai tumori.
Commento
I dati dimostrano come sono in aumento in Italia, ma segnatamente nella nostra Regione, le denunce di Malattie Professionali che continuano a colpire lavoratori e lavoratrici con un trend che non si riesce ad arrestare.
Quando si parla di sicurezza sul lavoro, prosegue Bianchini, spesso ci concentriamo sugli infortuni ma l’altro pezzo importante è quello delle Malattie Professionali.
La sensibilità e l’attenzione sulle patologie professionali va decisamente sviluppata con campagne di In-Formazione ai lavoratori ed ai cittadini.
Per Bianchini – “Un aspetto rilevante è legato al tipo di malattia contratta: i dati permettono una mappatura precisa di dove intervenire e indicano agli enti preposti dove indirizzare le risorse della prevenzione”.
Oltre l’80% delle morti bianche riguardano malattie circolatorie, respiratorie e tumorali.
Oggi i maggiori rischi sono noti, ma ci sono profondi cambiamenti nei nostri luoghi di lavoro e nei modi di lavorare.
C’è la necessità di nuovi sistemi per la sicurezza e la salute che rispondano a questi cambiamenti.
Oltre ai costi economici, dobbiamo riconoscere la grande sofferenza umana dovuta a malattie ed incidenti.
Le nuove tecnologie sono importanti ma possono influire sugli aspetti psicosociale e portare nuovi rischi non ancora noti.
Inoltre il cambiamento demografico, con l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, senza alcuna preparazione, fa aumentare il tasso di infortunio mentre i lavoratori più anziani e le donne hanno bisogno di attrezzature più idonee in termini di sicurezza.
Infine, conclude Bianchini, dobbiamo tener conto dell’inquinamento atmosferico, degli effetti climatici, con temperature sempre più elevate, e le conseguenti malattie.
Guido Bianchini, presidente comitato Inail Ascoli Piceno