La difesa ha sostenuto che la condotta non ha portato vantaggio a renato Refe
Le accuse sono peculato e abuso d'ufficio e la condanna (indultata) è di tre anni di carcere oltre a provvedere al risarcimento del funzionario.
Per l'accusa, Refe gestì irregolarmente la presentazione di 196 mila euro di cambiali di debitori dell'ente, rilasciando ricevute di pagamento ma utilizzando le somme per coprire debiti di altri fornitori senza restituirle agli istituti di credito.
Il collegio, presieduto da Mario Vincenzo D'Aprile, ha riconosciuto le pretese della parte civile, assistita dall'avv. Maurizio Mattioli. Dopo i fatti in questione, denunciati dall'ex segretario comunale nel 2004 e avvenuti a partire dal 2003, il funzionario dovette restituire personalmente il denaro a una banca che ottenne nei suoi confronti un decreto ingiuntivo. Per questo si costituì in giudizio come parte civile.
La difesa, rappresentata dall'avv. Calogero Caruso, aveva sostenuto che le presunte condotte illecite non avrebbero portato a Refe alcun vantaggio personale ma sarebbero state poste in essere per proteggere i debitori che conosceva e che si raccomandavano a lui per cercare di evitare il protesto. Una tesi che i giudici non hanno accolto, irrogando anzi una pena più alta di quella chiesta dal pm (due anni e sei mesi).