Andare a lavorare su due ruote, arriva la petizione

Andare a lavorare su due ruote, arriva la petizione

I bambini vorrebbero andare a scuola in bici ma è troppo pericoloso

E questo coinvolgendo bambini, genitori e tanta  altra gente, ma l'amministrazione in questi anni non ha fatto quasi nulla e quel poco che ha fatto è stato solo rapportando la bicicletta al tempo libero o allo sport. I nostri politici non hanno saputo vedere oltre, dimenticando che la bici è a tutti gli effetti  un mezzo di trasporto utile in tante occasioni.
I bambini vorrebbero andare a scuola in bici ma è molto pericoloso, non ci sono strade dedicate, non c'è una ciclabile. Le mamme non si fidano intasando in questo modo la città di macchine.
Chi ha comprato una bici nuova non si fida a lasciarla per la strada,  non ci sono cicloparcheggi ( forse li farà la Saba?).
I giovani preferiscono gli scooter con cui sono liberi di scorazzare anche nelle zone pedonali e parcheggiare sopra i marciapiedi. Le auto invadono sempre più le strade e pian piano stanno "conquistando" i marciapiedi (via Napoli,via V.E.Orlando, via Zeppelle, Lungotronto Bartolomei, via Tamburini, ecc... ecc..) a discapito di ciclisti e pedoni e disabili.
Eppure, nonostante ciò, diversi segnali ci dicono che qualcosa nella gente sta cambiando, che siano i primi frutti dei semi faticosamente gettati in questi anni? Il numero di ciclisti sembra ogni giorno aumentare nonostante tutte le difficoltà.
Per tutelare i diritti dei ciclisti, tutte le associazioni aderenti FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) in questi giorni stanno promuovendo una petizione on-line a favore di chi sceglie la bicicletta per andare al lavoro: la proposta di legge verte sul riconoscimento dell’infortunio in itinere fatto in  bicicletta anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico.
Infatti attualmente l’art. 12 del dlgs n. 38/2000 (nota 1) ha introdotto nella legislazione riguardante l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (testo unico) l’“infortunio in itinere”, gia' precedentemente riconosciuto sulla base di interpretazioni giurisprudenziali.
E’ tutelato l’infortunio, subito dal lavoratore assicurato, nel normale percorso dalla dimora abituale al lavoro e ritorno, sia che avvenga a piedi sia con mezzi pubblici.
Per quanto riguarda il mezzo privato, invece, l'uso deve essere "necessitato" (non esistono mezzi pubblici, non coprono l'intero tragitto o gli orari non coincidono con quelli del lavoro, ecc.).
Di conseguenza la scelta della bicicletta per recarsi al lavoro è considerata alla stregua di qualsiasi altro mezzo privato (auto, motociclo) e, pur sussistendo tutti gli altri elementi previsti dalla legge, è respinta la domanda di indennizzo del ciclista che subisce un infortunio ma che avrebbe potuto usare il mezzo pubblico.
Sul sito http://www.adbascoli.it sono riportate le istruzioni per firmare la petizione.
Per dare un contributo a questa "rivoluzione" a due ruote, può recarsi  venerdi 25 maggio alle ore 18.30 presso la sede dell'associazione Pensionati nel parco pubblico di Lungo Castellano per l'Assemblea annuale dei soci, in cui si rinnoverà il Consiglio Direttivo dell' associazione.
sito: http://www.adbascoli.it
e-mail: info@adbascoli.it
sito naz.: http://www.fiab-onlus.it