Il giudice Calvaresi autorizza la stessa Vitawell spa ad agire in favore dei creditori
Il processo di domani riprende col “botto”: una pioggia di notifiche della diffida per 150 milioni di euro di danni chiesti, oltre che dallo stesso Mauro Scaramucci, più altre sette società, da Vitawell spa con autorizzazione del giudice delegato ai fallimenti Carlo Calvaresi, nei confronti del fondo lussemburghese Fineco/Development Capital del suo advisor Alto Partners srl, di numerosi personaggi e istituti di credito come Capitalia Spa, Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia "Pietro Manodori", Società Reale Mutua Assicurazioni, Dixen International S.A (Lussemburgo), European Investment Fund (Lussemburgo), Infigest SA (socia di Development Capital SA), Bipop Finance Limited (Socia di Development Capital SA), Master Cap SA (Lussemburgo).
Domani, intanto, il giudice Marco Bartoli deciderà se rinviare tutti e due i fascicoli processuali alla procura della Repubblica per una variazione del capo d'imputazione, dato che le due vicende sono collegate alla situazione della Vitawell spa, oppure andare avanti solo con il processo per “Le Terme di Montecatini”.
La storia è questa. Mauro Scaramucci, dopo l'acquisto di un gruppo specializzato nella cosmetica professionale del quale fa parte la Jean Klebert di Ferrara, si avvede che quella acquisizione conclusa il 22 maggio del 2002 in realtà non è quello che si dice un affare come gli era stato dipinto, a suo dire, ma stava provocando un domino economico finanziario nel gruppo del benessere Vitawell a causa del carico di indebitamento che la Jean Klebert si portava in dote.
La prospettiva era un vero e proprio baratro. In attesa di risolvere quella situazione d'emergenza con il suo socio di minoranza in Vitawell, il fondo d'investimento privato di diritto lussemburghese Fineco/Development Capital, tentò di ripianare lo stato di Vitawell con risorse economiche di due società del suo stesso gruppo: “Le Terme di Montecatini spa” e “Wellnet spa”. Dieci milioni di euro l'imprenditore li prese dalla società di gestione delle terme toscane e 15 milioni di euro dalla Wellnet spa.
Pensando di restituirli da li a poco nel momento in cui il suo socio di minoranza avesse ottemperato ad accordi per aumentare la propria presenza in Vitawell spa con un incremento di capitale tale da compensare l'indebitamento ereditato dall'acquisto della Jean Klebert spa della quale Fineco/Development Capital era proprietario del 70% del pacchetto azionario prima di cederla alla Vitawell di Mauro Scaramucci.
Ciò non avvenne e il gruppo del benessere da qualche mese è stato dichiarato fallito, con Vitawell spa è fallita anche Wellnet spa.
Per questo motivo il presunti reato di appropriazione indebita del caso Wellnet spa si trasforma in bancarotta fraudolenta e quindi la procura della Repubblica dovrà riformulare il capo d'imputazione iniziando nuovamente la prassi procedurale.
Non è la stessa cosa per “Le Terme di Montecatini”. Resta la presunta appropriazione indebita perchè la società non è fallita e si sono costituiti parte civile, anche contro la Bnl, Pietro, Felice e Susy Santarelli, chiamando in causa lo stesso presidente Luigi Abete.