Milano – Invecchiare, sì, ma nel modo giusto e prestando attenzione alla propria salute attraverso sane pratiche di prevenzione.
Si può sintetizzare così la missione
della Fondazione Longevitas, che a questo scopo sta conducendo una
campagna di sensibilizzazione destinata agli over 65. Tra gli strumenti
primari nel contrasto di patologie infettive a cui gli anziani
potrebbero essere esposti ci sono i vaccini, tra cui quello contro il
cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio. È da qui che muove la prima tappa
organizzata a Palazzo Lombardia da Fondazione Longevitas, che nel
convegno “Mantenersi in salute grazie alla prevenzione vaccinale
dell’adulto: l’esempio del vaccino contro l’Herpes Zoster” ha delineato
il panorama attuale in Italia.
Il fuoco di Sant’Antonio deriva dall’herpes zooster
A fornire un quadro epidemiologico generale della patologia è stato il dottor Giuseppe Bellelli,
professore ordinario di Geriatria all’Università di Milano-Bicocca: “Il
Fuoco di Sant’Antonio è una complicanza che deriva dall’essere entrati
in precedenza in contatto con il virus della varicella, l’Herpes Zoster
appunto. Si stima che circa il 98% della popolazione sia stata esposta a questo virus
in giovane età; stiamo parlando di un virus che resta latente nei
gangli sensoriali e che può risvegliarsi negli anziani a causa
dell’indebolimento delle difese immunitarie. La patologia negli over 65
non è soltanto dolorosa, ma ha anche delle complicanze di vario tipo,
come le nevralgie post erpetiche e una perdita della funzione motoria.
Per combattere un simile quadro clinico meglio puntare sulla
prevenzione, che si basa sui vaccini. La somministrazione avviene in due
dosi, ma purtroppo a oggi i tassi di adesione della popolazione anziana
sono ancora troppo bassi, in parte a causa della titubanza delle
persone a vaccinarsi”.
La criticità evidenziata dal professor Bellelli è stata sottolineata anche da Emanuele Monti, Presidente
della IX Commissione Sostenibilità sociale, casa e famiglia di Regione
Lombardia, che nel corso del suo intervento in una sala gremita di
pubblico ha parlato anche dell’importanza della medicina territoriale.
“L’aderenza alle campagne contro il Fuoco di Sant’Antonio non è
sufficiente. Bisogna coinvolgere i sindaci e le associazioni del terzo
settore per avere una vaccinazione completamente gratuita per i
cittadini della coorte d’età prevista, che riguarda proprio gli over 65.
Regione Lombardia fornisce questo tipo di somministrazione a questa
fascia della popolazione e stiamo lavorando per investire ancora di più
in prevenzione: ogni Euro speso in questo campo corrisponde a tre Euro risparmiati dal Servizio Sanitario Nazionale”.
L’aspettativa di vita degli italiani
In un Paese come il nostro, che presenta un’alta aspettativa di vita – 81 anni per gli uomini, 85 per le donne secondo il Rapporto Bes 2023
curato dall’Istat – e in cui la popolazione anziana cresce
costantemente a fronte del forte problema legato alla denatalità,
garantire la miglior qualità possibile della salute diventa non solo
essenziale, ma prioritario. Come ha spiegato Eleonora Selvi,
presidente della Fondazione Longevitas, “L’invecchiamento richiede una
risposta attiva e mirata da parte dei sistemi sanitari e la prevenzione
vaccinale ha un ruolo cruciale poiché protegge gli adulti da patologie
che possono avere gravi conseguenze, specialmente per i più fragili. C’è
ancora tanto lavoro da fare, perché siamo lontani dagli obiettivi
vaccinali che dobbiamo raggiungere; bisogna rimuovere gli ostacoli e
costruire consapevolezza tra le persone per far capire che il vaccino è uno strumento potentissimo
nelle nostre mani. Inoltre si aiuta il Servizio Sanitario Nazionale,
perché ciò che si evita di spendere facendo prevenzione può essere
investito nella salute di tutti”.
Il ruolo della medicina generale
In prima linea ci sono sempre i
medici di medicina generale, un punto di riferimento imprescindibile sul
territorio per la preliminare presa in carico di determinate malattie.
Il vaccino contro l’Herpes Zoster ora può essere somministrato anche dai
medici di famiglia, come ha ricordato Paola Pedrini,
segretaria generale Fimmg Lombardia. “È importante valorizzare il ruolo
del medico di medicina generale nella gestione complessiva della
strategia vaccinale”, ha sottolineato la dottoressa Pedrini. “Proprio il
particolare rapporto di fiducia con gli assistiti lo rendono
determinante per la promozione, l’organizzazione e la facilitazione
della prevenzione di patologie con significative ripercussioni sulla
salute della comunità e conseguentemente sulla sostenibilità del
sistema”.
“Fondamentale parlare alle famiglie e ai giovani”
Ricorrere ai vaccini resta
quindi una strada primaria nella tutela della salute. “Promuovere la
pratica vaccinale tra gli adulti è essenziale per garantire una
popolazione più sana e attiva ed è un investimento nel futuro
sostenibile della nostra società sempre più longeva”, ha aggiunto la
presidente Selvi, che poi si è soffermata anche sui prossimi incontri
educazionali che affronterà la Fondazione Longevitas: “Stiamo lavorando
molto sulla prevenzione cardiologica. Parallelamente portiamo avanti
delle iniziative di screening in collaborazione con diverse università e
società scientifiche. Ci rivolgiamo innanzitutto alla popolazione over 65, ma
puntiamo anche alle altre fasce d’età, proprio perché la longevità è
qualcosa che si costruisce correttamente a partire dai primi anni di
vita. È fondamentale parlare alle famiglie e ai giovani per estendere il
più possibile questa cultura dell’invecchiamento positivo”.