L'opera letteraria verrà presentata oggi, sabato 19 novembre, alle ore 16.30, presso l’auditorium del Polo culturale Sant’Agostino.
Ascoli - Un lavoro di ricerca che la profesoressa Gabriella Piccioni, docente del Liceo Classico ”Stabili-Trebbiani”, ci presenta attraverso le pagine del suo libro: piccole storie dimenticate, aneddoti, maestri, allievi, professori, genitori, provveditori e presidi di altre epoche, un mondo fatto di carta, penna e calamaio e molto altro.
Prof.ssa Gabriella Piccioni, da dove nasce l’idea di un libro sull’istruzione nel Piceno?
“Dobbiamo andare molto indietro nel tempo perché parte tutto dalla mia tesi di laurea. Io ero appassionata di scuola e contemporaneamente di storia. Ho unito queste due passioni: la passione per la storia locale, la storia del Piceno, e per la scuola, da qui la mia tesi di laurea sulla storia della scuola.”
Cosa l’ha colpita nel lungo lavoro di ricerca, che ha svolto per questo libro?
“Andando in archivio mattinate intere, già da quando ero studentessa poi da supplente e da docente, leggendo i documenti dei maestri dell’800, mi sentivo molto vicina a loro per alcune problematiche, il tempo non ci separava per alcune sensazioni. Ad esempio per loro l’alfabeto cominciava a diventare per tutti e non per pochi. Loro sono stati dei pionieri dell’alfabeto, lo portavano a piedi o con i somarelli per i vari paesi. Portare l’alfabeto era una vera conquista, soprattutto per le donne.”
Nel libro troviamo le immagini dei disegni di Giulio Gabrielli, presi dai suoi preziosi quaderni conservati presso la biblioteca comunale. Chi era Giulio Gabrielli e cosa ha rappresentato per il Piceno?
“Giulio Gabrielli è stato un grande uomo dell’800 a cui è intitolata la nostra biblioteca comunale. Molti ragazzi per fortuna popolano il Polo culturale di Sant’Agostino, che un tempo era definito“Il Palazzo degli Studi”, e sostano lì senza sapere chi sia Giulio Gabrielli. Mi è sembrato giusto ridare fama e lustro a questo personaggio poliedrico. Come tutti gli uomini colti dell’800, sapeva tutto, era pittore, faceva i bozzetti, era architetto, ingegnere, era un uomo di grande cultura. Tra i vari incarichi c’era anche quello di ispettore scolastico, andava in giro per i paesini e scriveva le sue varie impressioni, fornendoci quasi dei quadretti di vita realistica della scuola dell’800.”
A chi è rivolto questo libro, a chi ha pensato mentre lo scriveva?
“Ho pensato a tutti gli studenti più giovani, al futuro, ma anche agli insegnanti in pensione, con la speranza che magari leggendo questo libro possano riprendere le loro foto, i loro documenti. Ho trovato un diario di una vecchia maestra, rimasto chiuso in un cassetto per anni, comprendendo che poteva essere un documento importante, mi hanno dato la possibilità di consultarlo. Mi auguro che questo libro possa essere l’inizio di una raccolta di altre fonti. Chissà quante testimonianze sono nascoste negli scatoloni, negli scantinati, nelle case e magari potrebbero andare ad arricchire una nuova ricerca di una insegnante del domani. Volevo che si comprendesse l’importanza della ricerca storica.”